BRINDISI – Mentre le morti sospette salgono a 11 in tutta Italia, gli esperti, medici specializzati in ogni disciplina, invitano alla prudenza e a non smettere di vaccinarsi, ove necessario, contro l’influenza. I casi di decessi avvenuti in prossimità dell’iniezione del Fluad, il farmaco prodotto dalla casa farmaceutica Novartis di cui l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha ritirato due lotti, non sono direttamente imputabili all’assunzione del medicinale e bisognerà attendere le analisi effettuate sui pazienti morti prima di poter puntare il dito contro i vaccini. «Per quel che riguarda la pediatria e, quindi, i bambini – spiega la dottoressa Franca Sergio – il problema non esiste semplicemente perché non usiamo lo stesso farmaco di cui si sta parlando in questi giorni». Il pericolo, almeno per i più piccoli, quindi, sarebbe scongiurato anche se la piega che sta prendendo la vicenda preoccupa i pediatri per un altro motivo.
«Sono un medico vaccinatore – spiega la dottoressa – nei 25 anni di professione siamo riusciti a debellare un sacco di malattie che arrivavano ad uccidere i bambini. Questo tipo di notizie, trattate in un certo modo, possono produrre un effetto dominio tale per cui i genitori diventano riluttanti a vaccinare i propri figli per paura di incappare nelle tragedie che si sentono in giro e che sono tutte da dimostrare: così facendo si rischia di far ritornare quelle patologie che eravamo riusciti a debellare con le massicce campagne di vaccinazione che hanno funzionato egregiamente. Di più: se una coppia si rifiuta di vaccinare il bambino, questo, giunto ai 3 anni di età, avrà problemi a frequentare un asilo pubblico dove la prima cosa che l’istituzione chiede è il certificato delle vaccinazioni».
Passando agli adulti, il discorso cambia ma non di molto. Anche in questo caso, gli scienziati invitano alla cautela e sottolineano che la situazione è totalmente sotto controllo. Sono 1500 circa, infatti, le dosi del vaccino antinfluenzale Fluad, prodotto dalla casa farmaceutica Novartis, appartenenti ai due lotti ritirati per precauzione dall’Aifa, giunti sugli scaffali delle farmacie e negli studi dei medici di base della provincia di Brindisi ma la situazione sarebbe sotto controllo. Le istituzioni sanitarie del territorio hanno ritirato dal commercio, nei giorni scorsi, le fiale appartenenti alle due partite incriminate, la 142701 e la 143301, come indicato dall’Agenzia, e non si ha notizia, nei 20 paesi del brindisino, di casi simili a quelli che stanno riempiendo le pagine cronaca in queste ore. «Non c’è alcun motivo per essere preoccupati – spiega Carlo Leo, responsabile del dipartimento prevenzione dell’Asl di Brindisi – il ritiro del farmaco da parte dell’Aifa è stato solo precauzionale. Le 1500 confezioni di vaccino sono state consegnate da Novartis il 24 ottobre scorso e da quel momento sono state distribuite dai medici curanti e dalle farmacie finché non è giunto l’ordine di ritiro. Chi si è vaccinato con i farmaci in questione, lo ha fatto ormai da ben più di 72 ore e nessuno, dalle informazioni in mio possesso, ha manifestato alcun effetto collaterale, grave o meno grave».
Le cose, insomma, sarebbero meno preoccupanti di quello che sembra, almeno a Brindisi e dintorni. Su 43mila fiale di vaccino ordinate a Novartis nell’ottobre scorso, utili a far fronte alle richieste dei brindisini, solo 1500 appartenevano ai lotti sospetti e, stando ai tempi della scienza, chi si è sottoposto all’iniezione a rischio non correrebbe più alcun pericolo. «Il ritiro delle fiale non ancora distribuite è stato giusto ma solo precauzionale: i casi registrati nei giorni passati hanno presentato solo una coincidenza temporale con la somministrazione del vaccino. Il nesso di causalità non è stato dimostrato». Analisi in questo senso sono in corso da parte dell’Aifa: quello che si sa, al momento, è che i pazienti deceduti dopo essersi sottoposti all’iniezione avevano un quadro clinico complicato e non è affatto escluso che la morte sia sopraggiunta per altre cause. «Vaccinarsi è un’ottima prassi per difendersi da problemi e complicazioni derivanti dall’influenza – spiega Leo – Non bisogna farsi prendere dal panico per quanto sta accadendo: i vaccini, in generale, e il Fluad di Novartis, in particolare, sono in circolazione da anni e sono testati a dovere. In questi casi, comunque, la prudenza non è mai troppa». Ricorre a una piccola dose di memoria storica, invece, Gabriele Rampino, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Brindisi.
«Quello che si sta verificando in questi giorni è già successo negli anni scorsi: anche in passato, infatti, alcuni lotti di vaccino furono ritirati dal commercio perché sospettati di essere la causa di alcuni effetti collaterali anche gravi. Questo non vuol dire che sia effettivamente così ma, certamente, la circostanza contribuisce a creare una certa diffidenza da parte dei pazienti nei confronti del farmaco». Diffidenza che, secondo Rampino, si è già tradotta in una disaffezione nei confronti del vaccino le cui richieste sono drasticamente calate. «Nel corso degli anni abbiamo registrato un sensibile calo delle richieste legato, indubbiamente, ai fatti di cronaca che si leggono e si vedono in televisione: forse, prima, quando non tutto veniva a galla, la diffidenza era minore. Al giorno d’oggi, con l’informazione sempre più attenta e veloce, è più facile che l’opinione pubblica sia condizionata da quello che legge e vede». La colpa, ovviamente, non è dei media che informano ma neanche del vaccino in sé. «Una corretta informazione – spiega Rampino – ha il sacrosanto diritto e dovere di documentare i fatti: per questo motivo bisogna anche sottolineare che, con una buona approssimazione, le morti di questi giorni sono avvenute in concomitanza della somministrazione del vaccino in pazienti dalle condizioni di salute non ottimali».
Maurizio Distante
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