Dipietrangelo: «Emiliano e l’ansia da prestazione causa dell’antipolitica e della ricerca del consenso a tutti i costi»

INTERVENTO – Le primarie non mi hanno mai convinto del tutto, pur rispettandone la valenza democratica. Alla lunga sono diventate: oggetto troppo manipolato e manipolabile (vedesi le vicende di quelle organizzate per selezionare i parlamentari che ha Brindisi hanno avuto anche un risvolto giudiziario), strumento di lotte individuali di supremazia nel territorio, occasione per resa dei conti tra gruppi dirigenti, via verso una ulteriore ed eccessiva personalizzazione della politica e del confronto. Le primarie che si sono svolte in Puglia stanno segnando un epilogo poco edificante e fin troppo prevedibile che avrà conseguenze forse irrimediabili. Per mesi il confronto tra i tre candidati si è sviluppato un po’ oltre le righe. È stato uno scontro tra persone e non un confronto di idee sul futuro della regione e della Puglia. Ha prevalso il tentativo di smarcarsi dal passato e dal presente del governo Vendola, impostazione questa che ha caratterizzato la campagna elettorale del segretario regionale del Pd. Argomenti e toni più da avversari al governo Vendola che da alleati determinanti di dieci anni. Ho considerato questa impostazione e questi toni, stucchevoli,fuorvianti,pericolosi.

Il tentativo,di una parte del Pd assieme al suo segretario, di prendere le distanze dai governi Vendola, mi è parso più da partito di opposizione e non del più importante alleato e protagonista di dieci anni di quei governi. Un tentativo un po’ miserevole. Sperare di far dimenticare il proprio ruolo e le proprie responsabilità, ancora in questi giorni esercitati nel governo della Puglia da autorevoli rappresentanti del Pd, rischia di diventare un gioco al massacro, alquanto stupido, inopportuno e crea qualche disagio tra gli elettori delle primarie e delle secondarie. Dieci anni ininterrotti di governo Vendola è un patrimonio e un valore anche del Pd. Lo dice uno che non ha condiviso alcune scelte di questi anni. Un gioco che rischia di far dimenticare anche cosa era la Puglia dieci anni fa. Oggi la Puglia è diversa, è migliore. Rispetto alle altre regioni meridionali e non solo ha tenuto di più ed è diventata per alcuni aspetti un punto di riferimento nazionale ed europeo. E questo malgrado la crisi e una pesante eredità del passato. Lo affermo con cognizione di causa per aver condotto dell’opposizione, per quindici anni,nel consiglio regionale della Puglia, battaglie per il rinnovamento della regione e per lo sviluppo della Puglia. Negli anni dei governi Vendola errori e scelte sbagliate ce ne sono stati. Ma molti di questi hanno avuto come protagonisti, complici o silenti, il Pd e i suoi rappresentanti.

Per questo mi preoccupa l’epilogo che stanno avendo queste primarie. Invece di parlare delle sofferenze della Puglia, della disoccupazione e della crisi economica che si è abbattuta sulla Puglia a causa delle politiche nazionali ed europee di questi anni e che la Puglia ha cercato di fronteggiare meglio di altre regioni, invece di confrontarsi sulla regione del futuro nella crisi del regionalismo, invece di ripensare alla regione come ente di legislazione semplice e semplificata,di alta amministrazione e di programmazione, abbandonando la gestione attiva e centralistica, si è scaduti ancora una volta sulle alleanze tra ceti politici. Manovre spregiudicate che rischiano di far perdere di credibilità,di affidabilità e di attrattività alla sinistra e al centrosinistra.

L’ansia da prestazione, soprattutto di Emiliano, ha spinto queste primarie su una frontiera fatta di antipolitica e di raccolta indifferenziata di ceti politici. Per avere voti e consenso nelle primarie si rischia di perdere i voti che contano,quelli delle secondarie! Gli incontri pubblici e riservati svoltisi in queste primarie,sono la prova di una spregiudicatezza e di una disinvoltura che avrà comunque conseguenze, così come gli accordi delle ultime ore per alleanze dell’ultimo momento. E mentre alcuni mediocri e autoreferenziali dirigenti del Pd si cimentano ancora e stancamente, alla presenza di emiliano,su ricambi generazionali,di rottamazione del passato, lo stesso Pd organizza iniziative a sostegno di Emiliano con protagonisti di un passato remoto e con i loro referenti che in questi anni di berlusconismo hanno attraversato gli schieramenti politici secondo i momenti e le convenienze, trovandosi un anno a destra e l’altro anno a sinistra.

Il passato degli altri e dei ceti politici locali itineranti è buono anche quando si chiama Signorile o Marzo (verso i quali nutro simpatia e amicizia) e mi fermo qui con i nomi. Invece il passato o la storia della sinistra brindisina o pugliese,quella che viene dal Pci, è da rottomare! Ma siccome il passato è passato per tutti,questa schizofrenia sembra più dettata non da un giustificato rinnovamento di idee,di donne e uomini,ma da una esigenza quella di fare fuori le idee,i valori di una sinistra certamente da rinnovare ma che difficilmente potrà essere tale se si recuperano anche rappresentanti del passato, a condizione solo che non siano stati del Pci e militanti di sinistra. Insomma una specie di pulizia etnica che salva solo opportunisti,carrieristi,ceti politici portatori di voti e di ambizioni. Alla lunga questo si ritorcerà contro e si scoprirà che a forza di rottamare, di offendere, di polemizzare con la Cgil, di imbarcare ceti politici di qualsiasi natura,si perderà il popolo,ci si allontanerà dalla opinione pubblica democratica e si rimarrà più soli di prima. Dal voto,dalla partecipazione, dalla democrazia, le ultime elezioni regionali lo hanno dimostrato, ci si può sospendere ed allontanare.

E questo è un pericolo. Una sinistra senza popolo non esiste. Spero che le primarie di domenica in Puglia,anche dopo questo epilogo non edificante e culminato nello scontro tra Vendola ed Emiliano, non mettano definitivamente in discussione la credibilità e l’affidabilità di una sinistra che in questa regione, malgrado tutto, ha saputo dare prova di buon governo. Così come spero che le primarie non siano occasione di ulteriori lacerazioni, di mero rastrellamento di clienti, tifosi, truppe cammellate, organizzate dal solito ceto politico errante alla ricerca di candidature e di indulgenze.

Carmine Dipietrangelo

Presidente Left Brindisi

4 Commenti

  1. Solita analisi “anacronistica” ed essa stessa autoreferenziale (termine usato all’interno per insultare la nuova dirigenza).
    Seguo le vicende e gli equilibri (e squilibri) di questo partito da circa 15 anni ed ho assistito ad una immensa assenza deL pds ds e pd tra i cittadini. Partito utilizzato solo da molti per la propria carriera politica e lavorativa da gente oggi messa finalmente in un angolo, e che sbraita come una vecchietta che non viene più ascoltata. Potete sbraitare quanto volete, finalmente siete fuori! Voi che avete fatto errori ben più gravi quando cavalcavate l’onda del potere della politica in Italia.

  2. E’ un’analisi spietata,ma vera.
    I programmi dei candidati si sono ridotti a slogan.
    La narrazione di Vendola, del quale anch’io a volte non ho condiviso le scelte, lascia dunque macerie?
    Non lo credo, come non credo al consolidamento, nel PD,di questa melliflua, gattopardesca classe dirigente.
    Domani andrò a votare come iscritto al PD, ma soprattutto come cittadino pugliese; poi si vedrà.

  3. Se l’affluenza generale al voto scende al di sotto del 40% in regioni con i più alti livelli storici di partecipazione sociale, ben poco c’è da attendere dalle primarie in Puglia, chiunque le vinca. Il rinnovamento dovrebbe, in ogni caso, riconoscere e conservare quanto di positivo è stato realizzato nel passato. Il progresso non sarà altrimenti garantito da “rottamazioni” di massa o notarile “parità di genere”..

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