BRINDISI- Rimborsi per i datori di lavoro dei consiglieri comunali occupati a partecipare a commissioni e consigli comunali, il Comune di Brindisi sborsa 30 mila euro per il 2014. Seguendo questa media in una legislatura si parla di circa 150 mila euro.
La legge lo prevede, i datori di lavoro di dipendenti che svolgono funzioni pubbliche al Comune hanno diritto ai rimborsi degli orari in cui il personale è assente. Più o meno a conti fatti, l’amministrazione comunale ha stabilito 30 mila euro in rimborsi per alcuni consiglieri che la mattina si assentono dal loro lavoro per partecipare alla vita amministrativa. Una presenza che alle casse comunali costa il doppio: da una parte viene dato il gettone di presenza al consigliere, dall’altro il rimborso al suo datore di lavoro. Per il 2014 il Comune di Brindisi ha impegnato 30 mila euro. Nessuno si scandalizza per questo. Ci sono casi in cui però alcuni consiglieri comunali sono dipendenti di proprie aziende, o meglio di ditte di famiglia, alle quali vengono pagate le loro ore di assenza. In parole semplice: i soldi finiscono sempre nella stessa tasca. C’è infatti un consigliere che da anni svolge l’attività di amministratore pubblico dipendente della azienda intestata a suo padre che riceve i rimborsi per assentarsi dalla propria azienda.
Qualche settima fa a Palazzo di città ha fatto visita la Guardia di finanza che ha acquisito la documentazione relativa ai rimborsi ai datori di lavoro dei consiglieri, un controllo a 360 gradi. La lente di ingrandimento delle fiamme gialle si sarebbe soffermata però su un particolare caso. Sembrerebbe infatti che uno dei consiglieri che chiede il rimborso abbia ottenuto improvvisamente dalla sua ditta un miglioramento del suo stipendio, tanto da far lievitare anche quanto il Comune restituisce al suo titolare.
Lu.Po.
Perché non risolvere a monte agevolando giovani senza lavoro e certamente capaci. Si risparmierebbe e si darebbe un piccolo aiuto, anche morale,alle nuove generazioni.