BRINDISI- Sant’Elia si ribella. Il quartiere reagisce. Prima la scuola, oggi i commercianti. Mentre l’istituto comprensivo Sant’Elia è a lavoro per organizzare la manifestazione per la legalità per il 25 novembre prossimo dove sarà allestito un palco in piazza Raffaello luogo in cui è stato ammazzato un padre di famiglia e ferito suo figlio, anche qualche commerciante intende dare il proprio contributo. Vuole mandare un segnale a favore del quartiere in cui è nato, vissuto ed ha deciso di investire i propri soldi e la propria vita. Christian Romano gestisce con la sua famiglia un panificio e un’enogastronomia, proprio lì in piazza Raffaello. Una delle più antiche attività del rione. Saputo dell’iniziativa della preside dei tre plessi del quartiere Lucia Portolano, il giovane commerciante vuole dare il proprio contributo. Vorrebbe offrire il giorno della manifestazione cibo e bevande agli studenti allestendo un grande banchetto in piazza . Una merenda all’aperto per la legalità. “Vogliamo lanciare un messaggio diverso di questo quartiere, vogliamo riscattarlo- spiega Romano- noi che viviamo qui, che abbiamo investito il nostro tempo e il nostro denaro. Vogliamo collaborare con la scuola a sostegno di questo percorso di riscatto. Speriamo che a noi si aggiungano altri colleghi. Contatterò la preside per proporre questa iniziativa”.
Anche la famiglia Romano qualche anno fa fu vittima di una terribile rapina. Il padre di Christian, Mario, fu raggiunto da diversi colpi di fucile, era a lavoro nel suo panificio a Sant’Elia, una notte come tante altre. Le sue condizioni rimasero gravi per diversi mesi, è salvo per miracolo.
Questo è un primo segnale, qualcuno intende reagire. E potrebbero arrivare altre adesioni. Si spera.
Era stato il parroco della chiesa San Lorenzo Don Pierluigi Ruggiero a lanciare l’appello durante l’omelia dei funerali di Mino Tedesco, il 50enne ammazzato a colpi di pistola l’1 novembre scorso all’ora di pranzo in una palazzina in piazza Raffaello. Il prete aveva chiesto al quartiere di reagire, di cambiare.
E qualcosa oggi si muove. Si parte dai bambini, dalle loro coscienze, dal sapere, per imparare a distinguere il bene dal male. Proprio da questi bambini che vivono qui, in un quartiere difficile, molti di loro hanno genitori in carcere, alcuni detenuti nella loro stessa casa, mamme sole, famiglie con poche disponibilità economica. Ma anche per loro una vita diversa e migliore è possibile.
Lu.Po.
Cristian sei da ammirare x il gesto ke fai x il nostro quartiere ..pur ke io sto lontano grz amicu mii.. …………..FAI URLARE HAI BANBINI IL NOME DEL NOSTRO MINO