Scazzeri, il Cda al contrattacco: «Si faccia chiarezza ma irregolarità non imputabili all’attuale gestione»

LATIANO – «L’attuale consiglio d’amministrazione auspica che l’interrogazione al Senato produca dei buoni esiti, quali la continuazione del servizio pubblico della Residenza Socio-Sanitaria Assistenziale e il pagamento delle spettanze dovute ai lavoratori. Il consiglio d’amministrazione, inoltre, esprime solidarietà a tutti i dipendenti, sia a quanti hanno ottenuto il decreto ingiuntivo, sia a quanti non lo hanno richiesto. Tra questi ultimi anche il direttore generale Marzia Lisco, ufficialmente dimissionaria dal 3 settembre, esattamente 27 giorni prima della notifica dei decreti ingiuntivi, la quale ha percepito le stesse mensilità di tutte le dipendenti della Rssa».

Dopo l’approdo in Senato, grazie a un’interrogazione a risposta scritta ai ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e a quello dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, presentata dal senatore azzurro di Carovigno Vittorio Zizza, l’affaire “Pio Istituto Caterina Scazzeri” si appresta a vivere una nuova puntata. Il consiglio d’amministrazione dell’azienda speciale e il dimissionario direttore generale Marzia Lisco, infatti, hanno risposto per le rime al parlamentare, sottolineando alcuni fondamentali punti che, a parer loro, non restituiscono giustizia alla vicenda nel suo complesso. Uno su tutti, ad esempio: le dimissioni del direttore non sarebbero legate, come la tempistica dimostrerebbe, al decreto ingiuntivo presentato dai lavoratori, datato 30 settembre, per ottenere le 13 mensilità arretrate ma a una decisione presa da molto tempo prima e totalmente slegata dalle beghe con cui l’azienda speciale ha a che fare, praticamente, da quando è stata istituita.

«È opportuno precisare, altresì – prosegue la nota – che né la direttrice né l’attuale consiglio d’amministrazione hanno nulla a che vedere con “presunte spese aumentate per cene, rimborsi per carburante e acquisto di gadget tecnologici e gioielli, tutto a carico della struttura comunale”». Le rogna, per l’istituto, sono iniziate proprio quando sono venute a galla queste presunte irregolarità contabili che hanno prodotto, circa in anno e mezzo fa, un esposto alla Procura della repubblica di Brindisi ma che si riferiscono al precedente consiglio d’amministrazione e al direttore che ha preceduto la dottoressa Lisco alla guida della struttura. «A oggi, il tentativo di risanamento è rimasto incompleto per via dell’attuale politica sociosanitaria locale che sta costringendo numerose strutture della regione a chiudere o a dichiarare lo stato di emergenza, in primis, con i lavoratori, e con immaginabili danni agli anziani, principali vittime di tali situazioni».

Maurizio Distante

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*