BRINDISI – E’ stato trasferito dal carcere in ospedale Saverio Candita il 27enne francavillese arrestato la mattina del 30 settembre scorso dopo l’esplosione che la notte dello stesso giorno sventrò il negozio ‘Pinco Pallino’ in via San Francesco D’Assisi a Francavilla Fontana e dove morì l’amico, Antonio Rizzo di 28 anni. Il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Licci, ha deciso il trasferimento del 27enne dopo che il suo legale, Michele Fino, aveva anche richiesto la scarcerazione per le condizioni del suo assistito e dopo che ieri pomeriggio lo stesso Candita è stato sottoposto a una perizia medico-legale per stabilire la reale condizione delle sue ferite.
Ieri pomeriggio, infatti, il medico legale De Nitto incaricato dalla procura inquirente ( il consulente di parte Giovanni Taurisano ndr) ha effettuato una perizia su Saverio Candita per stabilire se effettivamente le ferite e ustioni riportate nell’incendio di otto giorni fa sono ancora gravi da necessitare il ricovero in ospedale. Il 27enne ha lasciato quindi la sua cella di via Appia a Brindisi ed è stato trasferito nel vicino nosocomio nel primo pomeriggio di oggi.
Candita, che è accusato di concorso in incendio doloso, ha ustioni importanti su tutto il corpo ma principalmente su viso, mani e piedi. L’esplosione nel negozio ‘Pinco Pallino’ è avvenuta la notte del 30 settembre scorso all’1 e 13 minuti. L’incendio non ha lasciato scampo ad Antonio Rizzo, 28enne, compagno della proprietà del negozio e ritrovato poche ore dopo dai vigili del fuoco nello scantinato del palazzo dove è allocata l’attività commerciale. Il 27enne, invece, è stato rintracciato dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana che hanno svolto le indagini e coordinate dal sostituto procuratore Antonio Costantini, presso la sua abitazione a Torre Santa Susanna con volto, mani e piedi bendati. Lo stesso ferito, successivamente, ha raccontato agli investigatori di essere stato medicato da una cugina infermiera.
Nell’inchiesta sull’attentato compiuto nel negozio di via San Francesco D’Assisi è’ indagato, anche, a piede libero Giovanni Eletto 50enne di Francavilla Fontana perché – secondo gli inquirenti – avrebbe aiutato Candita, dopo l’esplosione, a far rientro a Torre Santa Susanna, che da Francavilla dista poco più di 20 chilometri.
Le indagini hanno subito portato gli investigatori sulla pista della truffa sssicurativa poiché il negozio era coperto da polizza assicurativa e se non fosse morto uno degli attentatori, forse, la colpa dell’attentato sarebbe ricaduta sul racket delle estorsioni con conseguente risarcimento alla titolare (in questo caso la convivente di Rizzo ndr).
Ma qualcosa è andato storto e l’incendio doloso è diventato un ‘finto attentato’. Per innescare una tale esplosione nel negozio sarebbero stati versati più di 30 litri di benzina. Quando la miccia è stata accesa per chi era lì non c’è stato scampo. Rizzo è stato ritrovato a pochi metri dal negozio e dopo poche ore è stato trovato anche il presunto complice con diverse ustioni sul corpo che lui stesso non ha saputo giustificare ai carabinieri che hanno bussato alla porta di casa sua.
“Mi trovavo lì per caso, avevamo in atto io e Rizzo una trattativa per acquistare uno stock di scarpe” ha risposto Candita al gip e al pm durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto venerdì scorso. Dopo essere stato colpito dall’esplosione poi avrebbe chiesto aiuto all’amico Eletto. L’abitazione di quest’ultimo, inoltre, è stata perquisita ed è stato rinvenuto un pantalone tutto bruciacchiato. Forse appartenente allo stesso Candita.
Al momento le richieste dell’avvocato Michele Fino affinchè al suo assistito vengano concessi almeno i domiciliari è stata rigettata dal gip, quest’ultimo però questa mattina ha disposto il trasferimento del 27enne in ospedale per dare possibilità all’arrestato di farsi curare le ferite che ha su tutto il corpo.
Maristella De Michele
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