BRINDISI – «La frequenza con la quale il sistema delle torce entra in funzione non può più consentire a nessuno di nascondersi dietro la solita spiegazione del guasto imprevisto magari del solito compressore e della relativa attivazione delle procedure di sicurezza degli impianti». Gli attivisti Brindisi Bene Comune, movimento politico rappresentato in consiglio comunale a Brindisi da Riccardo Rossi, sono intervenuti così sull’ennesimo episodio che ha visto brillare nel cielo del capoluogo le lunghe lingue di fuoco delle torce del petrolchimico. Le ragioni dietro le sfiammate, secondo Bbc, sarebbero molto più chiare di quanto gli interessati vogliano far credere. «È evidente che nel petrolchimico vi sono dei problemi non risolti probabilmente legati alla mancanza di tecnologie adeguate sul gruppo dei compressori e a manutenzioni straordinarie non effettuate come quelle previste a Settembre e poi rinviate».
Una situazione sistemica e diffusa, quindi, non episodica e contingente. «Chiediamo quindi al sindaco Mimmo Consales, in virtù dei poteri che la legge gli attribuisce, di procedere ad una ordinanza di fermo impianti per il cracking del petrolchimico, da mantenere sino al termine delle manutenzioni straordinarie decennali degli impianti che il gruppo Eni ha deciso di rinviare e che invece deve immediatamente effettuare. Si chieda, inoltre, il riesame dell’Aia della Versalis per ridiscutere le tecnologie utilizzate e verificare se esse rispondono alla migliori disponibili e se, invece, non sia più appropriato stoccare i rifiuti nelle fasi di blocco per smaltirli appropriatamente anziché inviarli in torcia. La protezione della salute pubblica deve avere la priorità sulle motivazioni economiche e di produzione dell’Eni, non possiamo consentire a questa multinazionale di continuare ad agire indisturbata sul nostro territorio». Bbc si sofferma anche sui presunti mancati controlli che gli enti preposti non farebbero per controllare la situazione.
«Denunciamo inoltre l’assoluta inadeguatezza, per il controllo delle emissioni prodotte dalle sfiammate della torcia, del sistema di controllo e monitoraggio dell’Arpa. Solo la stazione del Sisri in zona industriale è dotata di un misuratore di Ipa e solo 3 stazioni hanno un misuratore di benzene (Terminal Passeggeri, Sisri e via Taranto). Tale rete di monitoraggio non consente di avere un quadro preciso della qualità dell’aria nei vari quartieri della città in occasione dell’accensione delle torce, mentre è assolutamente indispensabile avere i dati delle concentrazioni di benzene ed Ipa». La soluzione a queste presunte mancanze sarebbe a portata di mano.
«Si apra un tavolo con Eni – concludono gli attivisti – per ottenere che sia la multinazionale a comprare tutte le strumentazioni necessarie per potenziare la rete di monitoraggio dell’Arpa, fornendo anche le risorse economiche per la gestione della stessa. Così come occorre avere un monitoraggio a bocca di camino sulla torcia. Ci sembra un atto dovuto, risorse economiche per monitorare le emissioni anziché inutili sponsorizzazioni per accattivarsi l’opinione pubblica».
BrindisiOggi
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