BRINDISI – Un punto franco, uno spazio territoriale o zona di mare antistante un porto situati dentro la linea doganale di un paese ma considerati “esteri” agli effetti doganali, all’interno del porto di Brindisi, come già accaduto a Venezia e Taranto. Questa l’idea al centro della discussione tenutasi ieri a Brindisi presso la sede del Consorzio Asi, intorno al tavolo tecnico voluto dal presidente del consorzio Marcello Rollo, cui hanno partecipato il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, il presidente dell’Autorità Portuale, Hercules Haralambides, il presidente della Camera di Commercio, Alfredo Malcarne e il commissario della Provincia, Cesare Castelli, per discutere circa l’ipotesi di una nuova perimetrazione di zona franca a Brindisi, ai sensi della vigente legislazione nazionale e comunitaria.
Al tavolo partecipano anche i rappresentanti dell’Autorità Portuale, dell’Agenzia delle Dogane, della Camera di Commercio oltre che del Comune, della Provincia di Brindisi e del Consorzio Asi. «Allo stato, l’ipotesi dell’attivazione del punto franco non può prescindere da una riperimetrazione delle aree interessate per due evidenti ragioni – spiega il presidente del consorzio Rollo – La prima ragione è quella dell’indisponibilità fisica di aree utilmente disponibili, oggi occupate per lo più da stabilimenti attivi; la seconda ragione è connessa con l’improponibilità dell’uso delle banchine del porto interno, quali banchine di riferimento per un punto franco, stanti soprattutto i limitati fondali che le caratterizzano».
Nella riunione di ieri, si è discusso della possibilità di proporre agli operatori interessati l’introduzione di merci dall’estero, in regime doganale agevolato, in una o più perimetrazioni di aree portuali. «Vi è preliminarmente la necessità di una ricognizione normativa che sarà effettuata dall’Agenzia delle Dogane ai fini del riconoscimento da parte dell’Unione Europea di disposizioni di leggi italiane antecedenti la sua costituzione – prosegue nell’esposizione Rollo – Vi è necessità altresì di stabilire se vi è interesse da parte di operatori economici all’uso del punto franco doganale. A tal proposito la Camera di Commercio di Brindisi, diffonderà un questionario tra i propri iscritti nell’intento di organizzare un apposito convegno. L’Autorità Portuale è disponibile all’individuazione all’interno dell’area portuale di apposite zone da designare e rendere disponibili come zone franche doganali.
L’ipotesi di attivazione di un punto franco doganale è peraltro in linea con il condiviso assetto del nodo intermodale di Brindisi che prevede la piastra logistica retroportuale ed il collegamento ferroviario diretto del porto e dell’area industriale alla rete ferroviaria. Una prima perimetrazione, individuabile nelle aree di Costa Morena o di Sant’Apollinare, potrebbe costituire finalmente l’avvio del punto franco di Brindisi, analogamente a quanto di recente fatto dal Porto di Venezia e di Taranto». Insomma, stando a quanto emerso dalla riunione di ieri, sembrerebbero esserci tutte le condizioni affinché la struttura commerciale possa vedere la luce in tempi brevi a Brindisi, portando nuova linfa al porto in un momento di crisi generalizzata che non risparmia nessun settore produttivo ed economico.
BrindisiOggi
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