Scu, l’ex consigliere regionale denuncia tutto: scattano 16 arresti

MESAGNE – Usura, riciclaggio, estorsione e associazione di stampo mafioso a vario titolo sono questi i reati di cui sono accusate le 16 persone arrestate all’alba di questa mattina tra Mesagne, San Donaci, Oria, Bari e Pavia. A Mesagne sono stati arrestati 3 imprenditori e  un ex consigliere comunale. Tra gli indagati rispunta il nome del boss della Sacra corona unita Francesco Campana e quello di Piero Soleti, di San Donaci. In manette l’imprenditore mesagnese Luigi Devicienti. Gli altri soggetti tratti in arresto sono: Roberto Antoniolli, Angelo Bellanova, Sandro Bruno, Francesco Lavino, Alessandro Molfetta, Carmine e Pierpaolo Palermo – fratelli e imprenditori mesagnesi titolari dell’hotel Blue Roses -, Luca Patricelli, Luigi Francesco Poci, Vincenzo Primiceri.

Da stamattina è in corso una vasta operazione antimafia condotta dagli uomini della Dia di Lecce che stanno eseguendo, nelle province di Brindisi, Bari e Pavia, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 16 persone, alcune delle quali ritenute esponenti dell’organizzazione di tipo mafioso Sacra Corona Unita.

L’operazione, denominata “fenus unciarum” e coordinata dal pm della Dda  di Lecce Alessio Coccioli, ha avuto origine dalla denuncia sporta da un professionista di Mesagne, Danilo Crastolla gia’ consigliere regionale, dal 2000 al 2005, che, ricandidatosi, senza successo, alle consultazioni regionali per il 2005, aveva speso, per la sua campagna elettorale, circa 280 mila euro, contraendo debiti con banche e finzanziarie. Non riuscendo a ripianare la sua esposizione debitoria con gli istituti di credito, nel 2009, aveva fatto ricorso all’intermediazione di uno degli arrestati che, a sua volta, l’aveva messo in contatto con dei personaggi di Mesagne, alcuni legati anche alla S.c.u. al fine di ottenere dei prestiti a tassi usurari. La sua esposizione debitoria con gli usurai si aggravava ulteriormente nel 2010, quando, ricandidatosi senza successo alle consultazioni regionali, aveva assunto impegni di spesa, per la campagna elettorale, per ulteriori 150 mila euro significando che i tassi di interesse usurari andavano dal 600% su base annua al 1000% su base annua.

Le misure cautelari sono il frutto di indagini che, partendo dalla denuncia della vittima, si sono sviluppate attraverso l’ausilio di attivita’ tecniche, di numerosi servizi di osservazione e attraverso l’esame dei conti correnti bancari degli indagati.

Infine, sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per un valore complessivo di un milione di euro nella disponibilita’ di uno degli indagati e del suo nucleo familiare.

Gli arrestati sono tutti indagati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, usura, estorsione e riciclaggio (questi ultimi reati aggravati dalle modalità mafiose).  Sono impiegati oltre cento uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce, Bari, Napoli, Catanzaro e Salerno.

BrindisiOggi

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