BRINDISI – L’intervento dell’assessore regionale all’urbanistica, Angela Barabnente, alla festa di “Sviluppo e Lavoro”, il movimento politico facente capo a Giovanni Brigante, non è passato certo inosservato. «Il Pug (Piano Urbanistico Generale, ndr)? Non ne ho notizie dal 25 giugno del 2011». Così l’assessore regionale all’urbanistica è intervenuta sull’argomento. «Credo che il Comune di Brindisi debba dotarsi di uno strumento urbanistico – ha ragionato l’assessore – capace di rispondere alle esigenze della città che, negli anni, sono radicalmente mutate: tutela dell’ambiente, rapporto col mare e con le coste, nuove forme di insediamenti produttivi, devono essere le priorità del nuovo Pug. Brindisi ha bisogno di ripensare il proprio futuro».
Attualmente, a Brindisi è in vigore il Prg, piano regolatore generale, approvato nel 1980, più di trent’anni fa, le cui priorità erano decisamente diverse. L’assessore Barbanente, con la sua affermazione ha spiazzato un po’ la platea: la data menzionata dal titolare dell’urbanistica regionale, infatti, è quella dell’approvazione del documento programmatico preliminare, risalente alla fine dell’era Mennitti. Da allora, stando alle parole dell’assessore, nulla è più successo, almeno a Bari, sede della Regione Puglia. Dal 25 agosto di 3 anni fa, quindi, nulla sarebbe arrivato sulla scrivania dell’assessore per una visione dello stato dei lavori di redazione dell’importante documento che getta le basi per il futuro urbanistico della città. La Barbanente è anche intervenuta su un altro tema di stringente attualità, in città: il piano coste.
Dopo il passaggio di competenze tra Marina Militare e Comune di Brindisi di un importante pezzo di litorale a nord del capoluogo messapico, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Mimmo Consales, ha annunciato un piano per la riqualificazione dell’area tornata in mano pubblica che, però, dovrà necessariamente riguardare solo la zona demaniale, cioè quella che si spinge a 300 metri dal mare. «Mi sono venuti a trovare a Bari – ricorda l’assessore – e mi hanno comunicato l’intenzione di attuare il piano della costa. L’intervento, però, deve limitarsi alle aree demaniali. Ogni altra misura riguardante zone in mano ai privati deve essere inserita nel la redazione del nuovo strumento urbanistico». Su entrambe le questioni, ma più in generale sulle modalità di pianificazione e progettazione urbanistica, la Barbanente ha invitato tutti gli amministratori, non solo quelli del capoluogo messapico, alla calma. «È profondamente sbagliato lasciarsi prendere dall’ansia di portare a casa il risultato. Tanti piccoli interventi, se non coordinati, rischiano di confliggere tra loro e di non offrire quella prospettiva di futuro che il territorio richiede».
Il tasto ripetutamente battuto dall’assessore è proprio l’idea di città che si vuole avere: non più un agglomerato urbano a fortissima trazione industriale, come poteva essere Brindisi 30 o più anni fa, ma una realtà votata al turismo, alla riqualificazione ambientale, alla tutela dell’ambiente, dall’entroterra alle coste. In questo solco, quindi, la titolare dell’urbanistica ha invitato l’amministrazione a non perdere, riguardo al piano delle coste, quello sguardo che va oltre i 300 metri del demanio, rispettando, però, le prescrizioni di legge. «Lo strumento del piano comunale costiero – prosegue la Barbanente – per quanto ampli lo sguardo alle aree private, è efficace solo nella fascia demaniale. Questo esercizio di spingersi in là con la prospettiva della riqualificazione è comunque utile a connettere i 300 metri del demanio al resto della costa». La chiosa finale, l’assessore la dedica alla partecipazione, senza la quale, a suo dire, nulla riesce come dovrebbe. «Solo attraverso una partecipazione attiva, il coinvolgimento dei cittadini, delle imprese, dei portatori d’interessi, si possono delineare le strategie e vincere la scommessa di una città a misura d’uomo. Urbanizzare non significa necessariamente costruire ma rendere un posto migliore, più attento alle esigenze degli abitanti».
BrindisiOggi
Purtoppo in questa citta’ cè troppo vecchiume ,bisogna avere il coraggio ma sopratutto la voglia di cambiare Gente che lavora in enti o uffici senza rendersi conto che quello non è il loro posto e che lavorano con la consapevolezza che sono stati mandati li’ per conoscenza e non per merito.
Questa è una citta’ che ha tutto per DECOLLARE porto,aeroporto,turismo.La voglia di fare è poca e in quel poco che si riesce a fare dietro cè un mangia-mangia generale dove le risorse sono sempre poche.
MANDARE A CASA TUTTI E RIGENERARE LA CITTA’ ma questa è un’illusione ……
A dimostrazione che gli amministratori locali hanno preso per i fondelli i propri cittadini e detto colossali bugie a quanti chiedevano lumi su piano della costa e PUG sta il fatto che l’assessore regionale li ha svergognati affermando che da tre anni non ha notizie né di PUG né di piano della costa: con buona pace di quanti hanno creduto agli attuali, come ai precedenti amministratori, quando dicevano e continuano a dire <> . BUGIARDI, FALSI E FARISEI! SMASCHERATI DALLO STESSO ASSESSORE REGIONALE ALL’URBANISTICA!