
BRINDISI – Il consiglio comunale di Brindisi ha impiegato quattro ore per approvare la delibera con cui si autorizza la realizzazione di un nuovo impianto di compostaggio nella zona industriale, proprio come richiesto dall’Oga. Poi in poco più di mezz’ora l’assise ha bocciato l’ordine del giorno con cui l’opposizione chiedeva la costituzione di parte civile nel processo che vede imputato il sindaco Mimmo Consales. La seduta si è aperta con la discussione sull’impianto. Dopo l’approvazione da parte dell’assise di Torre Santa Susanna, è arrivata anche quella del capoluogo con 21 voti a favore e 5 astensioni da parte dell’opposizione. L’assessore all’Ambiente Antonio Monetti ha presentato in consiglio comunale il progetto che riguarda l’impianto di Brindisi che affiancherà quelli di Torre Santa Susanna e Carovigno come ha deciso l’Oga. Pur incassando la “comprensione” da parte dell’opposizione, la maggioranza ha dovuto spiegare come è stata fatta la scelta del sito. L’impianto capace di gestire 20mila tonnellate all’anno, infatti, dovrebbe essere realizzato all’interno dell’area del Petrolchimico, in terreni di proprietà del gruppo Eni (da pagare 18 euro al metro quadrato). E si è discusso anche della possibilità, qualora Carovigno non accetti di realizzarne uno sulle sue aree, di farne uno con capienza maggiore nel capoluogo. “Due impianti ad appena dieci chilometri di distanza sono francamente inutili – ha detto il capogruppo di Forza Italia, Mauro D’Attis – dunque forse sarebbe meglio farne uno solo a Brindisi”. Impossibile, almeno secondo la maggioranza e secondo il Consorzio italiano compostatori (a cui è stato richiesto un parere tecnico da parte della Regione), ampliare quello già esistente gestito dalla ditta Nubile.
“L’area all’interno del Petrolchimico ha diversi vantaggi – ha spiegato il sindaco – per i servizi annessi. Inoltre potremmo risolvere il problema dei lavoratori di Termomeccanica: c’è l’idea di raggiungere un accordo tra Regione e Comune per farli lavorare nell’impianto”.
Per Riccardo Rossi l’obiettivo deve essere quello della chiusura del ciclo dei rifiuti ma il rappresentante di Brindisi Bene Comune ha sottolineato anche la scorrettezza dell’amministrazione di Carovigno che non può scegliere un sito vicino a Serranova senza coinvolgere i comuni limitrofi.
Giovedì il sindaco sarà al Ministero per l’Ambiente. L’idea condivisa da maggioranza ed opposizione è quella di cofinanziarlo con fondi comunali e gestirlo: quest’ultima fase, infatti, potrebbe portare notevoli ricavi all’ente e consentirebbe anche di ammortizzare la spesa in poco tempo, mentre la Regione darà un contributo di 2 milioni di euro.
Il consigliere Giampiero Pennetta ha già anticipato che manderà la documentazione alla Corte dei conti perchè la risposta dei tecnici chiarisce che sarebbe meno costoso ampliare quello già esistente che non realizzarne uno ex novo. Al termine del voto, è stato discusso l’ordine del giorno di D’Attis bocciato con 15 voti contrari e 6 a favore. “Credo che sia largamente sopravvalutata la pratica di costituzione di parte civile – ha precisato il vice sindaco Giuseppe Marchionna, difendendo la scelta della giunta del 10 giugno scorso – nulla, infatti, ci impedisce di chiedere i danni in caso di sentenza di condanna”.
F.C.
Eccoci qua,
A guardare le solite porcherie che solo a Brindisi sappiamo fare… Tutti o quasi contrari a costituire il comune come parte civile contro il sindaco consales… Ma dico io, c’è mai fine allo schifo?
Passano gli anni si susseguono pseudo facce nuove nel palazzo di città, e pseudo perché anche se son nuovi volti, son sempre burattini in mano a vecchi burattinai che a palazzo di città hanno già calcato il palcoscenico!!!
E normale che a Brindisi sia caduta ben 6 volte la giunta, e che questo sindaco fantasma sia ancora al proprio posto???
Ma dico scherziamo???
Tutti legati alle poltrone, per continuare imperterriti a fare i propri interessi!!!!
Che schifo…… Mi vergogno di essere brindisino grazie a queste persone!!!
Vergognatevi…….