Fusco, Rossi e Brigante: “Difendiamo Brindisi e ritirate la delibera del 20”

BRINDISI- Si preparano ad una grande manifestazione popolare fissata per 15 dicembre, chiedono ai brindisini di scendere tutti in piazza per difendere la provincia di Brindisi, la storia, le tradizioni, e soprattutto i suoi enti e i posti di lavoro. Fanno appello anche alle organizzazioni sindacali. Nel frattempo in queste due settimane organizzeranno sit-in e conferenze sotto le sedi dei presidi provinciali a rischio, come Prefettura, Provincia, Provveditorato agli studi.Questa battaglia in difesa della provincia e del capoluogo i tre consiglieri di opposizione Roberto Fusco, Giovanni Brigante e Riccardo Rossi vogliono portarla avanti sino alla fine. L’appello è sempre lo stesso: sollecitare i parlamentari locali a non votare la conversione del decreto legge che abolisce la provincia di Brindisi e la accorpa a Taranto. Posizione che hanno spiegato in Consiglio comunale il 20 novembre scorso, ma che non è stata accolta dagli altri consiglieri. Loro dicono: “Non ci hanno fatto parlare, e quando lo abbiamo fatto ci hanno offesi”. Tanto che i tre hanno votato contro la delibera di accorpamento di Brindisi a Lecce.
Questa mattina hanno convocato la stampa, hanno voluto spiegare le ragioni di quel voto contrario. Fusco e Rossi aveva presentato un emendamento che modificava la delibera poi votata da 27 consiglieri. Un emendamento che i 27 colleghi hanno bocciato. In questo si chiedeva di inserire nel corpo della deliberazione la specificazione che il Consiglio intendeva difendere l’autonomia e integrità della Provincia di Brindisi e solo subordinatamente si manifestava la volontà di aderire a Lecce. Ma questa precisazione non è stata inserita. Cosa che Fusco oggi ritiene ancora più importante visto che il decreto è impantanato in Commissione Affari Istituzionali al Senato e che quindi c’è speranza che qualcosa in meglio possa cambiare, facendo sentire la voce del territorio. “ Ciò che è accaduto in Consiglio comunale- afferma Fusco- è preoccupante perché si è cercato di sopprimere il dissenso, di ascoltare le nostre ragioni. Qualcuno gridava in aula che eravamo falsi. Il sindaco ha anche accusato Rossi di essere disonesto intellettualmente e di fare istigazione a delinquere, solo perché il consigliere di Brindisi Bene Comune continuava a dire che ancora Brindisi non era in provincia di Taranto”.
I tre consiglieri di opposizioni insistono a far decadere il decreto. “Non possono essere un governo tecnico e parlamentari nominati a decidere il futuro del territorio- dice Giovanni Brigante- Si faccia decidere il prossimo governo con la soppressione di tutte le Province, i partiti inseriscano questo nel programma elettorale”. E poi Brigante lancia dei sospetti sulla decisione di Consales di aderire a Lecce dopo aver sostenuto prima la scelta di Taranto. “Questa folgorazione per Lecce mi insospettisce. Mi sembra come la storia della solida banda. Accordi trasversali tra Tomaselli, Fitto,Vitali e compagni”.
Il consigliere di Brindisi Bene Comune invece sottolinea anche un’altra preoccupazione. “Il decreto sulla nuova Italia e l’accorpamento è ancora in discussione- spiega Riccardo Rossi- ma quello sul riordino delle Province con i parametri stabiliti è stato già convertito in legge in estate. E Brindisi i requisiti non li ha, con questa delibera del Consiglio comunale che prevede l’annessione con Lecce si rischia di rendere vana la battaglia per difendere la nostra Provincia”. Rossi chiederà al Consiglio comunale di ritirare la delibera del 20 scorso. D’altronde molti quel voto lo hanno dato perchè pensavano, avendolo detto il sindaco, che il 22 novembre in Parlamento si sarebbe discusso per la conversione del decreto,  quindi bisognava fare in fretta, in realtà quel decreto era ancora in discussione in  Commissione Affari Istituzionali.

Lucia Portolano

7 Commenti

  1. Caro Angelo come fai a dire che ciò che si sta facendo è solo strumentale? Davanti ad un problema del genere è assurdo parlare in questi termini ma forse chi dice questo ancora non ha ben chiaro cosa la soppressione della provincia comporterebbe!!! Ed anche se questa battaglia, come dici tu, non porterà a nulla, almeno questi tre signori(e non solo loro) si stanno muovendo in qualche modo per evitare quella che per la nostra città, già con problemi non indifferenti su tutti i fronti, sarebbe veramente la fine. Si dimostri di avere sangue nelle vene invece di dire che è tutta una strumentalizzazione e soprattutto basta con la politica del ” che me ne frega a me”!!!

    • Caro Giovanni, ti posso garantire, perchè nel mio piccolo lo già fatto, che la difesa della provincia di Brindisi era una battaglia da fare quando in discusione c’era da convertire in legge il decreto n. 95 del 6 lugliuo 2012. Quel decreto è stato convertito in legge n. 135 il 7 agosto. La legge 135 dice all’art. 17 che le circoscrizioni provinciali devono riosdinarsi secondo requisiti minimi che sono 2500 Kmq e 350 mila abitanti. Questa norma è già legge dello stato per suo effetto la provincia di Brindisi non può più rimanere cosi com’è. Questa cosa deve essere chiara ed impressa nella menete di tutti. Da quella legge è scaturito, per effetto di norme in essa previste, il decreto 188 del 6 novembre 2012 in cui è stato recepito quanto trasmetto dall regioni. per quanto riguarda la Regione Puglia è stato trasmesso una relazione, apporvata in consiglio regionale il 23 ottore, con cui si indicava che Brindisi si accorpava a Taranto e che 9 comuni del Brindisino avevano deciso di andare, 8 con Lecce i con Bari. Dunque come è facile dedurre fare una battaglia oggi dopo che tanti atti sono stati compiuti è assolutamente strumentale. 1. perche di fatto la provincia di Brindisi non esiste più, 2. ammesso che il 188 non sia convertito in legge, rimane sia la legge 135 di cui prima sia la legge 2214 del 2011 quella che toglie deleghe alle provinvie e le destina a Comuni e Regioni, trasformando le provincie in eneti di 2 grado. Su questa norma lo scorso 6 novembre la consulta a rimandato a data da destinarsi il suo parare sulla costituzionalità della norma stessa, notivando tale decisione in quanto non riteneve di doversi esprimere poichè sulla materia “riordino delle provincie” è un procedimento di modificazione dello “status quo”. Sena andare ulteriormente avanti, come vedi il tema è molto complesso è sopratutto giunto ad un livello in cui ho subisci passivamente o ti fai interprete di una nuovo progetto come ad esempio la provincia SaLENTO, la quale può garantire a Brindisi un’opportunità straordinaria di essere una città con maggiori ritorni che continuare ad essere una città capoluogo di una piccola provincia che sullo scacchiere regionale, figuriamoci su quello nazionale ed internazionale “conta” pochissimo. Per me caro Giovanni, si difende meglio Brindisi così che facendo strumentali manifestazioni in difesa di staus quo di qualcosa che di fatto non c’è, non solo per effetto della legge ma come è dimostrato dai fatti ben 15 comuni hanno gia aderito a Lecce provincia allora difendiamo la nostra identità, siamo non siamo Salenti. Su questo sarebbe utile fare un referendum confermativo su cui Qui, Quo e Qua potrebbero impeganrsi a chiedere ed ottenere.

  2. Premesso che non può essere un dialogo tra noi due ma visto che ne sai tanto su questa storia perchè giorno 15 p.v. non le vai a dire personalmente a Qui Quo e Qua? Saluti Antonio

    • Il mio è semplicemte un parere oggettivo e basato su dati di fatto, non è assolutamente una discussione a due. Per quanto riguarda i “tre” hanno elementi sufficienti oltre alle capacità professionali e politiche per giungere alle stesse conclusioni.

  3. La battaglia andava fatta dal 6 luglio 2012 quando con il decreto 95/2012 si dava avviao alla fase di riordino delle provincie con requisiti minimi (questo è il motivo percui alcune si alcune no). Oggi dope che tanta acqua è passata sotto i ponti, Qui Quo e Qua fanno solo strumentalmente un battaglia che non porterà a nulla. Infine Il consigliere regionale (che è fra i tre) perché non ha votato contro, il 23 ottobre 2012 in Consiglio regionale dove invece è stata approvata la relazione sul riordino delle provincie poi recepita nel decreto 188/2012?

  4. Credo che questa battaglia deve essere portata sino in fondo. A decidere non può essere un governo fatto da tecnici e poi se le Province vanno abolite vorrei che qualcuno spiegasse perchè una parte si e l’altra no? Saluti Antonio Arigliano

  5. Qui, Quo e Qua. Dicono un sacco di cavolate. Intanto la commissione è quella Affari costituzionali del Senato. Comunque entro il 3 dicembre si presentano gli emendamenti segno che non c’è nessun impantanamento. Infine la legge 135/2012 esiste come quella che riduce le compitenze e le funzioni e considera le Provincie enti di secondo grado. In sostanza una lotta per dire Noi abbiamo fatto tutto il possibile.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*