CAROVIGNO – Tirare in ballo espressioni tipo “ecoterrorismo” pare un po’ azzardato ma sembrano esserci pochi dubbi sul movente dietro l’attentato incendiario verificatosi stanotte a Carovigno. La scritta apparsa al fianco del portone di Palazzo di Città, dato alle fiamme da ignoti, lascia spazio a poche interpretazioni: “No all’impianto di compostaggio” sembra un chiaro segnale contro l’amministrazione comunale che, nei mesi scorsi, ha approvato la costruzione di un simile impianto per il trattamento dei rifiuti in agro di Carovigno. Il sito, però, non è inviso, come l’atto di stanotte potrebbe far pensare, solo a frange di ambientalisti particolarmente contrariati dalla decisione: ampie fette di politica e di società civile, che nulla hanno a che fare con l’episodio di cronaca, tuttora e in passato, si sono dimostrate ostili al progetto, per una serie di motivi.
Se a Carovigno è scontro sull’impianto di compostaggio, anche e soprattutto alla luce dei fatti di cronaca delle ultime ore, a San Vito dei Normanni, Comune nel cui territorio ricadrebbe parte dell’area interessata dal sito, il consiglio comunale ha già votato contro la realizzazione dell’opera. I vicini carovignesi dovranno aspettare lunedì prossimo per conoscere le deliberazioni in materia dei propri rappresentanti seduti nell’assise pubblica che si preannuncia come una delle più incandescenti degli ultimi tempi.
Un oppositore dell’impianto è, da sempre, Vittorio Zizza, senatore di Forza Italia. Già quando si presentò la possibilità della realizzazione di un sito per il trattamento dei rifiuti, furono tanti i dubbi che Zizza sollevò: la presunta mancanza di un business plan; il sostenimento dei costi delle opere di urbanizzazione dell’area interessata; la mancata informazione sugli eventuali impiegati e le professionalità richieste; l’impatto economico sulle casse del Comune in caso di risultati negativi; l’impatto ambientale; il ruolo del Comune nella gestione dell’impianto; le modalità di reclutamento del personale. Tanti dubbi, nessuna risposta, almeno secondo il senatore azzurro. Secondo Zizza, i tecnici interpellati sull’argomento avrebbero affermato che un simile impianto perde 150mila euro all’anno, circostanza che renderebbe impossibile l’abbassamento della tassa sui rifiuti, come promesso dall’amministrazione comunale.
«L’amministrazione comunale di Carovigno – spiega Zizza – mostra, in questa situazione, tutta la sua incapacità: ha individuato una serie di siti possibili in pochissimo tempo, senza informare il consiglio comunale o i cittadini sulle motivazioni che hanno portato a tali scelte. Il sindaco, Mimmo Mele, aveva promesso una visita presso altri impianti per permettere a tutti di capire di cosa si tratti e aveva anticipato l’indizione di un referendum popolare. Entrambe le promesse non sono state mantenute. Il sito individuato ora si trova in una zona in cui insistono strutture alberghiere e ricettive e le ville dei nostri concittadini: tutti i mezzi che arriveranno da Ostuni, Carovigno e San Michele, passeranno per le vie di San Vito lasciando una scia di liquami e odori molto poco piacevole».
Zizza, a questo punto, chiama a raccolta la popolazione per partecipare al consiglio comunale di lunedì prossimo, alle 17. «Non ci sono scadenze urgenti, al momento. Il tempo per discutere c’è: si apra un confronto e si dia seguito alla proposta di referendum popolare e all’illustrazione dei pro e dei contro che un simile impianto si porta dietro».
Tonia Gentile, capogruppo di Fi in consiglio, ha commentato su Facebook le ultime vicende che hanno riguardato il Comune del suo paese e le vicende che lo stanno animando in questi ultimi tempi. «Questa notte, dopo i numerosi gesti intimidatori degli ultimi mesi, è toccato alla Casa Comunale. E’ come se avessero voluto appiccare il fuoco a tutte le porte delle nostre case. Ancora un atto gravissimo, ancora un gesto violento, carico di significati. Carovigno è sotto assedio, spero che anche questa volta, per il sindaco Mele, non sia “solo un caso”.»
BrindisiOggi
Quello che dice Alex è la sacrosanta verità. Vito afferma che a essere in discussione è il sito non l impianto. Forse non ha tutti i torti ma è anche vero che si parla spesso a casaccio quando ci sono i rifiuti in mezzo. Sento parlare di inquinamento per l impianto di compostaggio quando, a parte un po di cattivo odore forse, non vi è nessuna emissione nociva per l uomo. Allora bisogna decidere: o si segue con efficienza la strada della tutela del ambiente (che include la soluzione compostaggio) oppure si segue un discorso di smaltimento a norma, quindi non abbandono dei rifiuti in campagna per poi dargli fuoco ma una soluzione impiantistica secondo legge; ma siccome quando si parla di incenerimento escono fuori flotte di dottori e di geni che altro non sanno dire che questo fa male e quello fa male (gli stessi che come hobby hanno quello di consumare fumo, gran bella coerenza), allora famosi ecologisti da strapazzo insistono sulla soluzione della differenziata. Ma poi si dimentica che la differenziata spinta prevede come anello finale la valorizzazione dell umido con impianti di compost. Quindi? Sto cavolo di compostaggio lo si fa m non lo si fa? Saremo capaci di essere meno ottusi e provinciali (vedi Sig Vito) e di capire che più tempo si perde e più danni si fanno? Meno chiacchiere e più fatti per favore.
Essere ambientalisti non vuoldire essere rimbecilliti. Si vuole favorire la differenziata, ma dalla differenziata esce fuori un mucchio di rifiuto umido che và valorizzato tramite il processo di compostaggio. Questo è, non si può fare molto altro; poi è la Regione ad avere imposto gli impianti, per cui si lascino perdere idee del tipo che chi fà l’ impianto ci mangia dietro, il business, l’ ecomafia e altre scemenze simili. E’ ora che ci svegliamo e che siamo più coerenti e al passo coi tempi, non volete gli inceneritori perchè inquinano (ma mille volte meglio un inceneritore che bruciare rifiuti per le strade o per campagne), non volete le discariche, ora nemmeno il compostaggio vi piace? Chiacchiere e vagabondaggio, probabilmente ad avere meno tempo libero tutto il giorno, non stareste a criticare e ostacolare ogni passo che si fà verso un’ ecosostenibilità più spinta. Fate davvero venire voglia di emigrare!
Alex …Se lei emigrasse farebbe un bene al nostro piacere. Opere di questo tipo hanno bisogno di un attento studio. La valorizzazione del rifiuto dovrebbe essere l’obiettivo di ogni giorno, ma bisogna farlo al meglio. Vorrei capire quali studi o motivazioni portano alla scelta di quel sito. Giustamente il comune di Carovigno ha dato parere favorevole ad un sito al limite della propria estensione territoriale(al confine con Brindisi), a 15 km dal proprio centro abitato ma a 4 km da San Vito dei Normanni. Quella zona ha un importante concentrazione di nuclei abitativi, a 2 km si trova Serranova a 5 Torre Guaceto.Mi chiedo come mai non venga presa in considerazione l’idea di spostare il sito in prossimitá delle discariche già presenti nel territorio. La risposta purtroppo la so.
Si deve fare perché la “PUCCIA”è buona.