Elezioni provinciali, il Pd decide la linea: addio accordo col centrodestra?

BRINDISI – L’indiscusso protagonista della vicenda politica che in questi giorni sta animando il territorio provinciale è, senza ombra di dubbio, Maurizio Bruno, sindaco di Francavilla Fontana, colui che è riuscito nell’impresa di spodestare il centrodestra da palazzo Imperiali dopo 20 anni di egemonia, e segretario provinciale del Pd, renziano della prima ora: attorno al suo nome è montata, in questi giorni, la polemica, dentro e fuori il suo partito. Nessuno, o quasi, mette in discussione il suo nome come quello del prossimo presidente della Provincia di Brindisi ma i suoi detrattori lo accusano di aver venduto l’anima al diavolo, sottoscrivendo un accordo con Luigi Vitali, coordinatore provinciale di Forza Italia.

«Chi mi conosce, almeno da un punto di vista politico, sa che non avrei mai potuto prestare la mia faccia e il mio nome a un inciucio. Guardando la mia storia, recente e remota, con le battaglie portate avanti contro il centrodestra a Francavilla e in Provincia, dovrebbe essere chiaro che in nessun modo avrei avallato una simile intesa a due: il discorso è completamente diverso da quello emerso in questi giorni». Come stanno le cose, allora?

15452-3-prof-maurizo-bruno-x-mattero-renzi«Bisogna partire dall’8 agosto, quando, in qualità di segretario provinciale del Pd, ho convocato i sindaci, i consiglieri comunali, quelli provinciali e i parlamentari del partito per gettare le basi della strategia da perseguire per l’elezione del presidente della Provincia. In quella sede mi è stato chiesto di rappresentare il Pd come candidato presidente. Ho accettato e ho chiesto la formazione di un gruppo di lavoro che potesse seguire l’aspetto politico della questione. Questo gruppo è formato dai parlamentari del territorio i quali, nella massima trasparenza, hanno paventato l’ipotesi di uno schieramento il più largo possibile, partendo, come condizione necessaria e sufficiente, dalla base di un centrosinistra unito. Il 24 agosto, abbiamo incontrato gli esponenti di Fi per proporre questo tipo di soluzione e il 25 quelli di Ncd. Noi, per quel che riguarda il centrosinistra, avevamo incassato la disponibilità di Sel e dei socialisti a seguire questo percorso. Ora Sel, da quanto ne so, è venuta meno e per noi, alla luce di questa novità, cambia tutto. L’accordo, senza un pezzo del nostro schieramento, non vale più e oggi, in sede di direzione provinciale, ripartiremo alla ricerca dell’unità del centrosinistra. Questo è il nord che la nostra bussola segna».

19325-1-donato-baccaro-sindaco-di-cisterninoDopo le tappe che hanno portato all’attuale situazione, Bruno ha dovuto incassare le sortite di due sindaci democratici, quello di Mesagne, Franco Scoditti, e quello di Cisternino, Donato Baccaro, che hanno manifestato pubblicamente la loro contrarietà al progetto di consiglio “allargato”. «Fughe in avanti poco opportune. Non c’era alcun motivo di esternare queste posizioni prima di una discussione interna al partito che sarebbe avvenuta oggi. Come si può vedere, allo stato attuale delle cose, le dichiarazioni di Scoditti e Baccaro, essendo venuto meno l’accordo per cause diverse da quelle esposte dai sindaci, si sono rivelate svuotate di significato».

francesco scodittiSarà la direzione del Pd in programma per questo pomeriggio, quindi, a sancire la linea definitiva del partito per le prossime elezioni provinciali, in programma il 28 settembre, anche perché i malumori interni al Pd non si fermano alle posizioni dei due primi cittadini: anche l’area civatiana  ha annunciato il suo no allo scenario che stava prendendo forma in provincia di Brindisi. L’unico punto fermo di questa storia, alla fine, sembra essere proprio quello che porta al personaggio più discusso delle ultime ore: Maurizio Bruno, con ogni probabilità, sarà il prossimo inquilino di piazza Santa Teresa. Al netto delle diverse posizioni politiche, infatti, nessuno sembra mettere in discussione Bruno come prossimo presidente della Provincia di Brindisi.

«Siamo venuti a conoscenza dalla stampa – scrivono i civatiani – dell’accordo di potere concluso dai maggiorenti provinciali del Pd con Forza Italia. Non abbiamo remore a definire questa intesa come meramente spartitoria perché sfugge a noi, come crediamo alla maggioranza degli elettori Pd, il senso politico dell’operazione. Non vogliamo arrenderci a queste logiche e faremo sentire la nostra in direzione provinciale perché il Pd torni a lavorare con gli altri partiti e movimenti della nostra area per costruire una lista di centrosinistra». Sul punto è intervenuta anche Elisa Mariano, onorevole del Pd e componente del gruppo di lavoro istituito per definire la strategia politica del partito, che difende le scelte sinora operate, dichiarandosi pronta a un cambiamento di rotta.

elisa mariano«La posizione di Sel sulla vicenda delle provinciali muta lo scenario entro cui il Pd ha sinora agito. Nessuno ha mai pensato di sacrificare il centrosinistra sull’altare di accordi esclusivi col centrodestra – spiega il deputato – Il Pd ha espletato il tentativo di raggiungere una soluzione di tipo istituzionale, rispettando lo spirito della norma che, per il nuovo ente, non prevede alcuna maggioranza e opposizione. Ora, una volta venute meno le condizioni di sintonia dentro il centrosinistra, non saremo certo noi a sottrarci alla competizione. Spiace constatare che su temi così delicati si siano consumate polemiche strumentali di natura elettorale: penso ai toni esagerati del presidente Nichi Vendola, o alle rese dei conti interne al partito e rivenienti da un congresso il cui esito si fatica a digerire».

tony matarrelliAnche il deputato di Sel Toni Matarrelli ha detto la sua a margine della riunione del suo partito che ha sancito il no all’accordo allargato. «È il caso, ora, di muovere qualche riflessione sul tema, anche per stemperare un clima che appare inopinatamente infervorato. Alla necessità di battezzare una fase tendenzialmente tecnica nella storia delle province è corrisposto un sovraccarico di significati politici: si è enfatizzato un accordo che neppure per Bruno doveva diventare un format delle «larghe intese». Essendo mutato lo spirito e per l’esplicita contrarietà a ogni ipotesi di coalizioni eterogenee manifestata tanto da Michele Emiliano, quanto da Nichi Vendola, bisognerà fermarsi, ragionare e cambiare l’asse delle scelte. Sia lo stesso Bruno a convocare gli stati maggiori del centrosinistra e a riformulare in tempi stretti la proposta di una coalizione omogenea».

Maurizio Distante

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