INTERVENTO- La notizia di questi giorni, riguardo all’ipotesi di accorpamento delle Autorità Portuali di Bari e di Brindisi, ci induce ad alcune riflessioni, sullo stato di confusione che regna nel nostro territorio e che, inevitabilmente, rischia di generare una perdita di identità per Brindisi e la sua provincia, sia dal punto di vista economico che culturale.
In questi ultimi mesi, sono state comunicate “acquisizioni” da parte di Enti e/o associazioni, di pezzi del sistema di rappresentanza sociale e politica brindisino; associazioni imprenditoriali e sindacali, ivi inclusa la CNA, hanno avviato ipotesi o percorsi di fusione o accorpamenti. Ragionevolmente, Enti pubblici come l’autorità Portuale, ma a breve Camera di Commercio, Prefettura, ecc., potrebbero deliberare analoghi percorsi.
In questa revisione dell’apparato pubblico e del sistema di rappresentanza che, nostro malgrado, bisogna accettare, e che inevitabilmente coinvolge l’economia di questo territorio, bisogna cercare di gestire al meglio la situazione, affinché questa spending rewiew non si trasformi in uno stravolgimento o addirittura in una perdita di progetti, lavori, e programmi che oggi potrebbero non servire più, insieme alla perdita di molti posti di lavoro.
La mancanza di regia, di coordinamento, di guida, sta mettendo in sofferenza il sistema produttivo, orfano di riferimenti certi e soprattutto di un progetto credibile. Viviamo tutti come se fossimo in guerra, una guerra persa, in cui quello che conta è il “si salvi chi può!”. Nelle aziende, tra gli imprenditori e tra i lavoratori, si vive alla giornata, cercando di strappare il quotidiano ma senza alcuna certezza per il futuro. Purtroppo questa è la realtà, anche se si cerca di mascherarla alimentando un clima di ottimismo assolutamente infondato.
A mio modesto parere penso che questo importante percorso abbia bisogno di una regia, un coordinamento, insomma di linee guida che consentano, appunto, di non trasformare un processo di razionalizzazione e contenimento della spesa, in una babele in cui, detto francamente, sembra che ogni giorno, il primo che si alza dice la sua.
Corriamo il rischio, infatti, di ritrovarci a breve a gestire le tante emergenze che puntualmente colpiscono Brindisi e il suo territorio, attraverso il confronto tra soggetti territorialmente diversi e pertanto portati a guardare le questioni da punti di vista diversi. Faccio un esempio, per far comprendere meglio quanto potrebbe accadere. Formuliamo l’ipotesi che si debba discutere dei traffici del Porto di Brindisi e dei suoi sviluppi dal punto di vista industriale. Secondo le notizie attualmente disponibili a quel tavolo di confronto siederebbero l’Autorità Portuale di Bari, la Camera di Commercio di Lecce, associazioni o sindacati un po’ da Taranto un po’ da Lecce oppure Bari. E la Prefettura sarà di Lecce o quella di Taranto? Parliamo di ipotesi e proposte, ma in futuro, questi accorpamenti saranno in grado di garantire l’autonomia e l’efficienza funzionale delle realtà brindisine? La preoccupazione è che , alla fine, prevarrà sempre la logica dei numeri e purtroppo da questo punto di vista noi saremo il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro!
Tutto questo è dovuto alla mancanza di confronto da parte della politica, le istituzioni, le parti sociali e il mondo economico in genere, che porta a trascurare questo tema.
Bisogna convocare, visto i tempi stretti, un tavolo di confronto aperto tra la politica locale tutta (sindaci, consiglieri regionali, parlamentari ecc.) e il mondo della rappresentanza territoriale, capire bene da quale parte ci conviene tirare il carro, e farlo insieme. Questo tema importante che determina il prossimo futuro deve esse il più possibile chiaro e condiviso.
In definitiva occorre scegliere e proporre se: tutti a Taranto, tutti a Lecce, tutti a Bari, secondo una logica di potenziamento dello sviluppo e di beneficio a Brindisi e il suo territorio.
In tutto questo è necessario, però, che rinasca uno spirito di squadra che consenta di recuperare le giuste interlocuzioni, a tutti i livelli, che ridia speranza agli operatori economici, che restituisca ai cittadini brindisini anche l’orgoglio di sentirsi protagonisti del cambiamento del proprio territorio. Non per mere rivendicazioni campanilistiche, ma con la consapevolezza che il potenziale economico, produttivo, sociale di questa terra è tutt’altro che finito, e anzi esistono tante sacche di eccellenza che aspettano solo di essere valorizzate e rese disponibili per tutti, continuando a credere nella politica come baluardo di democrazia, speriamo di confrontarci a breve per costruire un percorso che porti ad agire tutti in una unica direzione.
Emanuele Sternativo
presidente Cna Brindisi
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