MARUGGIO – “Non abbiamo nulla contro i gay, è stata una goliardata del cameriere, ma dopo l’accaduto è stato subito licenziato, chiediamo ancora scusa ai ragazzi. Noi prendiamo le distanze da ciò che è successo perché in 25 anni di lavoro nei locali abbiamo sempre lavorato con omosessuali e continuiamo a farlo” è il commento rilasciato a BrindisiOggi.it di Alberto Malagnino, gestore del ristorante ‘La Masseria’ di Maruggio, nel Tarantino, dove circa un mese fa un gruppo di amici omosessuali sono stati offesi dalla frase omofoba ‘Mi raccomando so’ ricchioni’ scritta dal cameriere sullo scontrino fiscale.
La notizia che ha fatto il giro del web in pochi minuti è diventato un caso nazionale. L’episodio si è verificato il 29 luglio scorso a Maruggio a pochi chilometri da Campomarino, una delle località marine più ‘in’ della costa ionica. La pizzeria ‘La Masseria’ dove i quattro amici hanno cenato è un locale rinomato nella zona. Una semplice sera d’estate tra amici, una pizza e una birra. Ma così non è stato fino al conto quando i quattro uomini si sono resi conto che sullo scontrino fiscale, tra una pizza ai porcini e una coca cola, c’era scirtto: “Mi raccomando so ricchioni”. La frase, indubbiamente, era rivolta a loro, essendo tutti e quattro omosessuali. Le ordinazioni sono state prese, per l’intera serata, da un cameriere che – da quanto raccontato da uno dei quattro amici – è stato colui che ha scritto l’offesa attraverso un computer palmare.
“Ci tengo a ribadire le scuse a nome mio e dell’azienda, – continua Malagnino, il gestore della pizzeria – i nostri locali accolgono tanta gente e nessuno di noi ha mai discriminato nessuno. Anzi, in 25 anni di lavoro, tra discoteche e locali, abbiamo sempre lavorato insieme agli omosessuali e continuiamo a farlo. Purtroppo, quello che è successo il 29 luglio ci rammarica, ma sottolineo che abbiamo fin da subito preso le distanze dalla frase goliardica del cameriere. Anche quando i ragazzi sono venuti da me a chiedere spiegazioni, mi sono scusato più volte e così ho fatto il giorno successivo, via telefono e tramite facebook. Dopo quella sera, il cameriere è stato licenziato. Ci tengo altresì a precisare che il nostro personale è qualificato e professionale.”
“Ci tengo anche a evidenziare che l’articolo da voi pubblicato ha riportato esattamente quanto è accaduto senza la necessità, come purtroppo spesso succede, che le storie siano in qualche modo ‘gonfiate’. Purtroppo è successo, noi abbiamo da subito preso le distanze, ma ora non sappiamo più che altro fare” ha concluso Alberto Malagnino.
La cena da parte dei quattro amici è stata consumata con serenità, dopo il caffè, però, l’amaro in bocca lo ha lasciato la frase omofoba apparsa sullo scontrino fiscale: “Mi raccomando so’ ricchioni’. I ragazzi, vittime dell’offesa, sono andati alla ricerca del proprietario per chiedere spiegazioni.
“Quando gli abbiamo mostrato lo scontrino anche lui è rimasto senza parole – ha raccontato uno dei quattro amici di Latiano (Brindisi) a BrindisiOggi.it – ci ha chiesto più volte scusa, ma noi gli abbiamo detto che a causa di quell’imbarazzante episodio non saremmo più tornati nel suo locale”.
L’episodio sembrava essersi concluso quasi un mese, ma invece è diventato un caso nazionale quando questa mattina lo scontrino fiscale, con la frase offensiva è stato pubblicato sul quotidiano BrindisiOggi.it.
“Non potevamo far finta di nulla, il rammarico c’è stato, ma alla fine siamo andati via col sorriso sulle labbra” ha concluso uno dei quattro a BrindisiOggi.it.
Maristella De Michele
Mi sembra di capire che l’offesa sta nel non averli chiamati gay, cioè “allegri ragazzi”. Che a me sembra più offensivo del termine “ricchione” comunemente usato nella parlata comune che non si può eliminare di punto in bianco. Ma sì è stata una goliardata, riprovevole forse ma non da destare tutto questo putiferio.
Non capisco come mai questa storia sia venuta fuori dopo un mese.
Forse c’è stato qualcosa che ha convinto i 4 a informare la stampa.
Se il gestore avesse voluto essere veramente un signore, oltre alle scuse, avrebbe offerto la cena. visto l’accaduto, le scuse sono proprio il minimo sindacale verso la clientala; e il licenziamento un atto dovuto da parte di un ristoratore che si rispetti.
E francamente non che sia il massimo questa difesa: il continuare a ripetee che si rispettano e che si continua a lavorare con persone omosessuali, quasi fossero una categoria dicasi umano per il solo fatto di essere omosessuali, è un tantino mortificante.
Probabilmente e’ un fake. Posso capire censurare il nome del locale/pizzeria, ma il nome delle pizze e’ un buon campanello d’allarme.
A parte che non capisco perché sia un campanello d’allarme; comunque il nome della pizza è censurato perché riprende il nome del locale, censurato anch’esso.