Chiamati ad accogliere il futuro di un altro Paese: questi bambini hanno bisogno di aiuto

BRINDISI- immigrati bambini 2 ohTutti e tre su una barella del  pronto soccorso, due bambini e la loro giovane madre, attendevano il loro turno per un consulenza pediatrica. Giocano tra di loro come se nulla fosse, come se non avessero mai fatto quel lungo e difficile viaggio, ammassati con centinaia di persone, molte delle quali sconosciute, e poi il tragitto su quella grande nave prima sotto il cielo stellato, poi sotto un sole accecante, con  il caldo che raggiungeva i 40 gradi. La mamma era seduta con loro su quella barella del pronto soccorso del Perrino, ad un certo punto si accascia, non ce la fa  più, e si sente male. Gli operatori sanitari, la soccorrono, riescono a trovare una barella tutta per lei, la stendono, poi sfinita si addormenta avendo la nella mano quella del suo bambino. Questo è solo uno dei tanti racconti, di queste donne, di questi bambini, uomini, venuti da lontano, forse dalla Siria,  “dicono di essere siriani”, che questa mattina con i loro piedi scalzi, hanno toccato la nostra città.

Erano tantissimi, 751, dei quali 174  sono minori. Bambini in fasce, molti che non superavano i sei anni, e poi  decide di adolescenti, fuggiti senza sapere dove sono diretti. Un Paese che perde il suo futuro, che vive una guerra dove non ci saranno né vincitori né vinte, ma case e vite distrutte. Scendevano quelle scale dalle nave Scirocco un po’ intimoriti, alcuni con  le mamme, altri soli, accompagnati dai militari, dai volontari della Croce rossa e della Protezione civile, carabinieri, polizia, vigili del fuoco.  Sotto il sole, in questa vigilia di ferragosto, c’erano anche loro, in prima linea. Diversi scatoloni con all’interno montagne di ciabatte che venivano distribuite a chi era scalzo, quasi la maggior parte. Per alcuni erano troppo grandi, ad altri il tallone usciva diversi centimetri fuori dalla scarpa. Ma almeno i piedi non toccavano l’asfalto rovente di Sant’Apollinare.immigrati bambini 4

immigrati bambini 3Alcuni bambini sorridevano, ma altri spaventati piangevano, avevano paura di lasciare la loro mamma anche solo per un istante. E poi i loro volti e la loro pelle bruciata dal sole, tre sono stati trasportati in ospedale a Brindisi con ustioni di secondo grado, altro che crema da sole protettiva.

Cosa ne sarà di loro? Della loro quotidianità, delle loro radici. Dove andranno a finire? Ora saranno portati in alcune strutture prima della regione, poi trasferiti chissà dove. A loro posto potevano esserci i figli di tutti.

Foto Damiano Tasco

Lucia Portolano

3 Commenti

  1. Se ci fosse un Dio, verrebbe da dire: Dio mio come siamo caduti in basso!
    Come si fa a pensare alle necessità economiche dei bambini di famiglie europee o italiane, di fronte al dramma di bambini estirpati con la forza dal proprio ambiente, dei propri cortili, delle proprie strade e degli affetti di ogni giorno?

    • I nostri bambini non vivono tra guerre e poverta’.
      Non dimenticare che per molti l’italia non e’ la loro destinazione finale ma solo il punto d’arrivo per una vita nuova. Questi bambini sono innocenti e meritano aiuto.

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