Giallo su una falsa denuncia sul depuratore dell’ospedale, BBC: “Quella firma non è nostra”

BRINDISI – Gira da un mesetto, in città, un foglio contenente una denuncia presentata alle autorità e alle forze dell’ordine che accusa la dirigenza dell’Asl di Brindisi, sostanzialmente, di disastro ambientale. La firma in calce porta scritto Brindisi Bene Comune, solo che il movimento politico rappresentato in consiglio comunale da Riccardo Rossi, con il presunto esposto non c’entra niente. A confermalo è lo stesso consigliere Rossi che si dissocia dai contenuti, in alcuni passaggi altamente diffamatori, del testo firmato Bbc. «Non siamo a conoscenza delle tematiche presentate nella denuncia in oggetto – afferma Rossi – Non possiamo dire nulla nel merito ma l’unica cosa certa è che non abbiamo mai scritto né, tanto meno, presentato a nessuno nulla del genere». L’esposto sarebbe stato consegnato, cosa tutta da verificare, ai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, alla Guardia di Finanza, alla Procura della Repubblica di Brindisi e a quella di Potenza, alla Guardia Forestale, allo Spesal, ai vigili sanitari del Comune di Brindisi, al Ministero dell’Ambiente, al Prefetto di Brindisi, Nicola Prete, e al sindaco della città, Mimmo Consales, ed espone un quadro che, se fosse vero, rappresenterebbe un grosso bubbone ambientale nel cuore del capoluogo messapico.

«Egregie autorità – si legge nell’incipit del documento – la presente è per segnalarvi che l’ospedale Antonio Perrino di Brindisi è un grande inquinatore!». Già dalla prima affermazione si capisce che i contenuti del testo sono molto pesanti. Nel prosieguo, le attese vengono ampiamente rispettate. «L’impianto di depurazione a fanghi attivi che dovrebbe garantire un effluente a norma con la tabella 3/B del decreto legislativo 152/06, riguardante lo scarico in pubblica fogna, è fermo e abbandonato a se stesso. L’impianto di trattamento delle acque piovane che vengono scaricate nel parco del Cillarese è abbandonato, manca di autorizzazione da parte della Provincia, anzi, c’è il dubbio che tutti gli scarichi, non solo quelli relativi alle acque piovane, vadano a finire nel parco, essendoci una connessione con le due condutture». La denuncia, circostanziata e avvalorata dai riferimenti legislativi, però, è senza un autore rintracciabile, dato che la firma in calce, quella, appunto, di Bbc, risulta falsa. Le accuse e i sospetti, proseguendo la lettura del documento, aumentano.

L’informativa prosegue con questi toni, aggiungendo dettagli sullo stato del sistema di depurazione dell’ospedale, per poi virare su pesanti accuse e insinuazioni rivolte al direttore amministrativo dell’Asl, Stefano Rossi, e al direttore generale dell’azienda, Paola Ciannamea e sarebbe apparsa, circa un mese fa, esposta sul parabrezza di un’automobile parcheggiata di fronte al Comune di Brindisi per poi sparire e riapparire solo ora. «L’avvocato Rossi – prosegue il testo – gode della copertura, come lui vanta, di un parente molto legato alle Procure di Lecce e di Brindisi – e ancora – Il direttore generale Ciannamea, per far quadrare il bilancio e avere il premio incentivante, occulta tutto, anche cose come questa, per avere gli elogi del suo caro amico Giovanni Epifani, (consigliere regionale del Pd, ndr) con cui sta gestendo la sanità a Brindisi, cominciando dalle assunzioni e dagli incarichi che vengono imposti dal politico». La vicenda, come dichiarato da Riccardo Rossi di Bbc, è preoccupante, sia perché punta a sfruttare, senza alcun titolo, il nome di un movimento politico rappresentato in consiglio comunale, sia per i contenuti presentati, da un lato, gravissimi dal punto di vista della denuncia del presunto stato degli impianti del Perrino, dall’altro, pesantemente diffamatori nei confronti della dirigenza dell’Asl di Brindisi.

«Sono atti, questi, che puntano a infangare il lavoro della dirigenza dell’Asl cui noi, purtroppo, siamo molto esposti». Fa spallucce il direttore generale dell’Asl di Brindisi, Paola Ciannamea, riguardo la falsa denuncia che circola in città. «Non c’è dubbio che chi ha scritto quel documento conosca la terminologia tecnica per affrontare, pur usando argomentazioni false, la questione. Chi usa questo tipo di espedienti per colpirci, probabilmente, è qualcuno le cui istanze non sono state rispettate. Periodicamente, infatti, ci giungono questo tipo di illazioni, anche, come in questo caso, a firma di soggetti totalmente estranei ai fatti».

Maurizio Distante

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*