OSTUNI – Un barile di petrolio, pieno, abbandonato in spiaggia, alla mercé delle intemperie e di ogni altro evento che potrebbe provocarne il danneggiamento e il conseguente sversamento nell’ambiente. No, non siamo nei pressi di una raffineria o di una fabbrica qualsiasi: il bizzarro e preoccupante ritrovamento è avvenuto sulle bianche spiagge ostunesi, tra Lamaforca e lo Scoglio degli Achei. È accaduto sabato pomeriggio a un turista che, approfittando della bella giornata, stava godendosi l’aria e i panorami che la costa adriatica offre. Tra le tante suggestive calette e le baie dalla sabbia dorata, tra i tanti lidi e i villaggi turistici che si susseguono senza soluzione di continuità, il turista si è imbattuto in un grosso barile dell’Eni che giaceva a pochi centimetri dal mare, su alcuni scogli.
«Appena l’ho visto – racconta l’uomo – mi sono avvicinato per capire bene se e di cosa fosse pieno. Quando ho provato a scuoterlo, mi sono accorto che c’era del liquido oleoso per oltre la metà della capienza». Secondo quanto raccontato, il contenuto del barile doveva essere petrolio. «Non ne sono sicuro – continua il turista – era una sostanza densa e puzzolente, non certo benzina o gasolio». A questo punto, però, un interrogativo è d’obbligo: se era pieno per metà che fine ha fatto l’altro 50% del contenuto? «È quello che mi sono chiesto anch’io. Quando ho ispezionato la latta mi sono accorto che il tappo era chiuso ma non sigillato: con una piccola rotazione, questo veniva via con facilità».
Intorno al contenitore, poi, dense chiazze nere macchiavano il terreno, tra sabbia e scogli, col concreto rischio che tutto il liquido mancante si sia disperso in questo modo. «Oltre al marchio dell’Eni, sul bidone c’era un solo numero telefonico, senza dicitura alcuna. L’ho immediatamente composto e mi ha risposto il centro antiveleni di Pavia». Tutto risolto, quindi? Certo che no! «Nonostante la massima gentilezza degli operatori che mi hanno risposto, dall’altra parte della cornetta non mi hanno saputo aiutare: mi hanno solo comunicato che loro, con questa situazione, non c’entrano nulla e mi hanno invitato a rivolgermi alle locali autorità».
Essendo un turista proveniente dal nord Italia, l’uomo non sapeva bene come muoversi per fare in fretta: fortunatamente, in suo aiuto, è accorso un pescatore di polpi ostunese che, a suo dire, si sarebbe fatto carico della questione, rivolgendosi alle forze dell’ordine della Città Bianca. Interrotta la battuta di pesca, l’uomo si è avviato verso Ostuni: se tutto è andato secondo i piani, il barile di petrolio dovrebbe essere già sparito. Anche se, stando così le cose, è quasi impossibile capire, particolare che sarebbe bene conoscere, come una latta di petrolio possa essere arrivata su una delle coste più belle della Nazione.
Maurizio Distante
…mi viene quasi da ridere davanti a tanta ignoranza…un fusto (o come denominato nell’articolo LATTA DI PETROLIO)di lubrificante o forse olio motore buttato in mare da chissa’ quale nave o moto peschereccio e diventa la legenda del barile di petrolio….ma sara’ mica un vole attirare l’attenzione all’argomento caldo delle ricerche sismiche di idrocarburi nell’Adriatico? beh…penso proprio di si…e comunque il petrolio non viaggia nei barili (o LATTE)…quello succede forse nel telefilm Dallas che i fantomatici cultori dell’ambiente brindisini guardano in TV dopo essere andati a comprare il pane sotto casa con l’automobile!
La parola chiave per lo sviluppo e’ SOSTENIBILITA’…non repressione…