CELLINO SAN MARCO- Il Tar del Lazio ha chiesto il deposito agli atti di una documentata relazione sui fatti di Cellino San Marco. Solo così si potrà decidere sul ricorso con il quale l’ex sindaco di Cellino San Marco (Brindisi) contesta lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Il Tar ha ritenuto necessario «ai fini di una puntuale valutazione dei fatti di causa – si legge nell’ordinanza – acquisire dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri una documentata e dettagliata relazione sui fatti per cui è causa, anche in relazione alle censure formulate dalla parte ricorrente».
Lo scorso 18 aprile il Consiglio dei Ministri aveva sciolto il Consiglio comunale di Cellino San Marco. Una decisione scaturita dopo una lunga attività di indagine svolta dalla commissione antimafia e dalla relazione del prefetto di Brindisi Nicola Prete. Secondo il consiglio dei ministri quindi nel comune di Cellino ci sarebbero state infiltrazioni mafiose che ne avrebbero condizionato le attività.
Tre mesi dopo il sindaco Francesco Cascione aveva depositato al Tar del Lazio un ricorso contro lo scioglimento del Consiglio comunale. Il sindaco aveva persino impugnato la deliberazione del consiglio dei ministri, le relazioni del ministero dell’ Interno, del prefetto di Brindisi e della commissione di indagine del ministero dell’Interno incaricata con provvedimento prefettizio.
Trenta giorni di tempo sono stati concessi per ottemperare all’ordine del Tar , la prossima udienza fissata il 22 ottobre.
BrindisiOggi
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