BRINDISI – Potrebbe essere martedì prossimo il giorno buono per conoscere, finalmente, il destino del castello Alfonsino di Brindisi. Sarà presentato a palazzo Nervegna, infatti, l’accordo per la realizzazione di uno studio di fattibilità connesso alla valorizzazione e alla gestione del bene. I termini del progetto saranno esposti durante una conferenza stampa indetta da Comune del capoluogo messapico. Il complesso monumentale di Forte a Mare, di cui il castello fa parte, è da tempo al centro di un dibattito che ruota attorno alla sua riqualificazione, viste le condizioni di oggettivo degrado in cui versa.
Da tempo, il sindaco Mimmo Consales ha chiesto che l’opera a corno sia acquisita dal Comune per preservare e rivalorizzare il bene. Diverse le proposte di gruppi privati, nel passato recente, che non hanno trovato la concretizzazione: le ultime, in ordine cronologico, sono quelle arrivate dal gruppo Caltagirone, attraverso la società Acqua Pia Antica Marcia, che possiede già alcuni alberghi a Palermo, Catania e Taormina che ha acquistato dal Banco di Sicilia, e dal gruppo Sheraton che aveva messo gli occhi sul castello di Forte a Mare per farne una struttura turistico ricettiva. Circa un anno fa, invece, furono le associazioni ambientaliste a scrivere all’allora ministro della cultura Massimo Bray per lanciare un appello per la salvezza del castello: Legambiente Brindisi, Ctg Brindisi, Teatro delle Pietre, Eliconarte, Marina di Brindisi Club invitarono Bray a visitare il Forte per sollecitare una soluzione per la sua riqualificazione. A meno di un mese fa, invece, risale l’accordo tra il Comune e la società “Mecenate 90”.
Pochi giorni prima che il castello Alfonsino tornasse nuovamente a occupare le pagine della cronaca, prima per gli ennesimi episodi di vandalismo e quindi, successivamente, per l’ok al piano di recupero da parte del governo, il Comune di Brindisi, con una delibera di giunta, datata 3 luglio, aveva ratificato la convenzione con la società, senza scopo di lucro, che fa riferimento all’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani.
Nella premessa alla convenzione, si è evidenziato come lo stesso Comune di Brindisi abbia da tempo evidenziato la volontà di entrare in possesso del bene, che comprende tanto il Castello Alfonsino quanto l’Opera a corno, e individuarne un processo di valorizzazione, partendo da quanto stabilito con il decreto del federalismo demaniale. Martedì mattina, quindi, si scriverà un nuovo capitolo della vicenda che aiuterà a decifrare il destino prossimo venturo del castello, nella speranza di strapparlo al degrado che dolorosamente regna sovrano.
BrindisiOggi
Si può già scrivere il titolo della soluzione:
“FAREMO COME L’ASINO DI BURIDANO”!!!
Così non scontenteranno nessuno!