Piazza Mercato, Renna: “Non sempre è colpa della politica”

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Piazza Mercato

INTERVENTO – È innegabile che esista una forte tendenza, soprattutto in Italia, ad addossare la ‘colpe’ a terzi, sollevandosi dall’obbligo di dover capire come stanno le cose e/o assumersi le proprie responsabilità. È uno strumento usato per diffondere odio ed ignoranza, ed è l’origine, nonché il carburante, di tanti mali che affliggono la società. Ma l’effetto più devastante è l’indottrinazione delle masse con informazioni false e l’istigazione implicita a comportamenti pericolosi.

L’Italia, dunque – e la città di Brindisi non è purtroppo da meno – è il Paese in cui regna la paranoia dove tutti i mali principali sono sempre colpa dei ‘politici’. Nella realtà sappiamo che non è così, ed anzi questa è la classica mentalità complottista. Ebbene, questo è quanto accade sempre più spesso nella nostra città e l’ultimo episodio in ordine di tempo che lo dimostra è quanto è successo con la vicenda relativa a Piazza Mercato ed ai lavori di arretramento delle scale, per i quali gli amministratori locali sono stati accusati di sperpero di denaro pubblico.

Ebbene, vale la pena ricordare che la ‘visione’ della politica rispetto a Piazza Mercato era quella di farne, durante il giorno, un parcheggio di scambio, con relativo spostamento del mercato ortofrutticolo all’interno del mercato ittico coperto e, di sera, il fulcro della ‘movida’ brindisina. Il progetto, pari a 430mila euro, presentato nel periodo del Commissariamento alla Regione Puglia e da quest’ultima finanziato con fondi rinvenienti dal fondo di sostegno allo sviluppo della rete commerciale urbana, prevedeva il rifacimento delle facciate degli immobili comunali che circondano la piazza, il restauro della struttura “Liberty”, il rifacimento totale della pubblica illuminazione e la installazione di impianti fissi per gli eventi.

Il tutto, così come previsto e scritto all’interno del Piano del Distretto Urbano del Commercio e nella delibera di Giunta n.139 del 30 dicembre 2011. E’ successo, tuttavia, che i fondi che la Regione Puglia ha inviato al Comune siano stati ‘convogliati’ con disinvoltura da qualche dirigente e/o funzionario verso altre opere, come il rifacimento di marciapiedi ed altri piccoli interventi. Questa Amministrazione e la Commissione Attività Produttive hanno chiesto più volte, convocando i dirigenti interessati, di ricevere spiegazioni in merito al motivo per il quale i fondi della Regione Puglia non fossero stati utilizzati per il fine per cui erano stati richiesti.

Ma i funzionari/dirigenti chiamati a rispondere hanno preso tempo, ora rinviando l’incontro, ora enunciando fatti completamente differenti dalla realtà. Tanto si doveva per far capire che le linee di indirizzo sulle scelte da adottare sono fornite dalla politica, la quale, però, spesso si ritrova a fare i conti con situazioni ormai compromesse. In questo caso specifico, tuttavia, sarà cura degli amministratori comunali ripristinare lo schema progettuale originale.

Francesco Renna

Consigliere comuanle

 

2 Commenti

  1. Chiamare “masse” le persone che hanno la loro maniera di pensare ed il dover elemosinare informazioni e comportamenti corretti, almeno legalmente, disegnano perfettamente, e nel dettaglio, l’inadeguatezza di alcuni soggetti a ricoprire cariche pubbliche. Da esperto, affermo che la comunicazione che leggo non può essere della stessa persona che ne appone la firma. Oppure ci troviamo di fronte ad un soggetto che va esaminato psichiatricamente, vista la bipolarità espressa tra ciò che scrive e ciò che fa.

  2. Chi ha scritto l’articolo dimostra, implicitamente, che appunto è proprio colpa della politica e degli amministratori se vengono operate delle “storture” nella gestione della “res publica”. Se è vero che i fondi destinati per un obiettivo siano stati destinati ad altri scopi, diversi dagli originali. Quindi “parabola significat” ?…

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