BRINDISI – Cani e gatti randagi, ma anche piccioni: da qualche settimana è caduto il divieto di dar loro cibo per strada.
Lo afferma una sentenza del Tar di Lecce dello scorso 18 giugno, che annulla un’ordinanza comunale in merito che risaliva al 2008, all’epoca dell’amministrazione Mennitti, dopo il ricorso di Lac (Lega per l’abolizione della caccia) e successivamente della Lav (Lega antivivisezione). Il provvedimento faceva riferimento al divieto di “distribuire e somministrare avanzi alimentari o mangime specifico a cani e gatti randagi e colombi su tutto il territorio comunale”, per la quale il tribunale amministrativo, nel 2009, aveva accolto la richiesta di sospensiva.
Per il Tar,l’ordinanza sindacale è in contrasto con la legge regionale del 3 aprile del 1995: nell’articolo 1 si dice che “La Regione Puglia, al fine di realizzare sul proprio territorio un corretto rapporto uomo – animale –ambiente…promuove, disciplina e coordina la tutela degli animali di affezione, persegue gli atti di crudeltà e i maltrattamenti nei loro confronti nonché il loro abbandono” e quindi, negli articoli successivi, la norma regionale “stabilisce che l’unico intervento ammesso per la prevenzione dal randagismo è la profilassi attraverso atti di controllo delle nascite”. Nell’articolo 10, inoltre, si precisa che “la Regione promuove la tutela dei gatti che vivono in stato di libertà. E’ vietato maltrattarli e spostarli dal loro habitat”. L’ordinanza, perciò, “appare in contrasto sia con la legge regionale sia con la legge quadro nazionale”. Si fa riferimento anche all’origine della stessa ordinanza, basata su segnalazioni dell’Asl “circa la presenza di cani, gatti randagi e colombi sul territorio comunale che sono soliti stazionare in particolari luoghi”. Secondo la sentenza del Tar “spetta proprio alla Asl programmare le limitazioni e il controllo delle nascite attraverso la profilassi non solo degli animali “domestici” ma anche e soprattutto degli animali randagi”
Brindisi Oggi
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