Processo Atlantide: per Vito Morleo affidamento in prova ai servizi sociali

BRINDISI – Atlantide, a Brindisi, non è solo il mitico continente sommerso. “Atlantide”, in città, è anche un processo che ha segnato la storia recente della cronaca brindisina, con 127 anni di carcere comminati agli imputati dai giudici nel secondo grado del processo. “Atlantide”, prima di diventare un processo, fu un’operazione della Guardia di Finanza che squarciò il velo su Marlboro City, la città delle sigarette e del contrabbando, che fecero di Brindisi la capitale di un sistema di economia sommersa che allungava i suoi tentacoli in tutti i comparti della società, dai colletti bianchi fino alle insospettabili casalinghe.

Vito Morleo, uno degli imputati più famosi del processo, titolare del noto ristorante “Da Vito”, è stato condannato definitivamente a 4 anni, 2 mesi e 22 giorni ma, grazie al suo avvocato Antonella Attolini, è già uscito di prigione usufruendo del cosiddetto provvedimento “svuotacarceri” che prevede la possibilità, per chi ha da scontare pene inferiori a 4 anni di carcere, dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Morleo, essendo stato condannato a una pena superiore ai 4 anni, ha dovuto attendere che questi si riducessero. Passati pochi mesi in cella, quindi, l’avvocato Attolini ha presentato la richiesta al giudice del Tribunale di Sorveglianza di Lecce, Emanuela Foggetti, per l’affidamento in prova.

Per la prima volta, l’istanza è stata ricevuta in fase di richiesta preliminare, senza il passaggio dalla camera di consiglio, prassi comune in questi casi. La circostanza ha evitato altri mesi di carcere per Morleo che potrà lasciare la sua cella ogni giorno dalle 8 alle 24 per recarsi a prestare servizio dove indicato dai giudici. Fissare una camera di consiglio del Tribunale di Sorveglianza comporta diversi mesi di attesa: per Morleo, invece, è bastato un mese dalla presentazione della richiesta per vedere accordati i servizi sociali.

Antonio D’Oriano, ad esempio, un altro degli imputati condannati nel processo “Atlantide”, pur essendo stato condannato a 3 anni e 9 mesi, con la possibilità, quindi, di poter presentare immediatamente la richiesta di affidamento ai servizi sociali, sta ancora attendendo la riunione della camera di consiglio per la decisione finale sulla sua situazione. In questo caso, il giudice del Tribunale di Sorveglianza ha rigettato la richiesta preliminare, rinviando la decisione alla camera di consiglio che si riunirà nei prossimi mesi. Tempo che D’Oriano, a differenza di Morleo, passerà in carcere.

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