BRINDISI – Tra tutti i modi che la criminalità, organizzata e non, ha per mandare messaggi, quello degli atti intimidatori è, forse, il più inquietante perché racchiude in sé un potenziale di violenza non del tutto espresso ma chiaramente intuibile, macabro presagio di quel che potrebbe essere se le cose non prendono una certa piega. La Puglia, in generale, e il brindisino, in particolare, hanno una lunga e dolorosa storia di attentati ad amministratori e la commissione parlamentare d’inchiesta giunta a Bari per ascoltare, tra gli altri, i protagonisti politici delle vicende che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale di Cellino San Marco ne è una conferma.
Il tentato incendio dell’auto del vicesindaco di Sandonaci, Mariangela Presta, è solo l’ultimo avvertimento lanciato dalla malavita a un amministratore, una delle categorie maggiormente colpite da quello che, per alcuni tratti, potrebbe essere definito un vero e proprio fenomeno. Prima del politico sandonacese, infatti, molti altri sono stati i personaggi pubblici del territorio colpiti da questo tipo di messaggi: Mimmo Mele, sindaco di Carovigno, Vittorio Zizza, ex sindaco della città della ‘Nzegna, Gianvito Ingletti, assessore di San Vito dei Normanni, Francesco Cascione, ex sindaco di Cellino San Marco, Gabriele Elia, ex assessore di Cascione, e Salvatore De Punzio, attuale presidente del consiglio comunale di Latiano, sono alcuni esempi di un rosario fatto di fuoco e bombe.
Mele è stato l’ultimo in ordine cronologico, prima del vicesindaco di Sandonaci, ad aver assaggiato questo tipo di paura: la notte tra il 7 e l’8 giugno scorsi, infatti, l’auto del primo cittadino di Carovigno fu presa a bastonate e danneggiata. Un chiaro avvertimento le cui radici sono da ricercare, probabilmente, nell’operato del politico reo, secondo i mandanti del macabro gesto, di non aver rispettato questo o quell’interesse particolare. Il 26 maggio 2013, invece, venne data alle fiamme la residenza estiva di Vittorio Zizza, all’epoca sindaco uscente di Carovigno. Zizza aveva già provato la paura derivante da atti intimidatori di questo tipo: nel 2012, due auto in uso alla sua famiglia vennero date alle fiamme da alcuni malviventi che fecero irruzione con un paio di candelotti da pesca nel piazzale della villa di sua proprietà. L’auto di Gianvito Ingletti, assessore all’ambiente di San Vito, è esplosa, nello scorso marzo, a causa di una bomba alla vigilia di un consiglio comunale monotematico convocato per protestare contro la ripresa delle attività della discarica di rifiuti speciali della Formica Ambiente.
Gabriele Elia, ex assessore ai servizi sociali di Cellino, si è anche rivolto al prefetto, Nicola Prete, per richiamare l’attenzione sulla sua situazione: a maggio 2013, la sua auto fu cosparsa di liquido infiammabile, chiaro segnale che qualcuno voleva rivolgere all’amministratore preso di mira come il suo sindaco, Francesco Cascione. A essere messa nel mirino, nel 2013, fu la residenza estiva di Torre San Gennaro del sindaco di Cellino, data alle fiamme. La criminalità, quando si tratta di consegnare un certo tipo di messaggi, non conosce festività o soste: la dimostrazione è l’attentato dinamitardo contro la residenza di Salvatore De Punzio, storico esponente socialista e presidente del consiglio comunale di Latiano. Il primo giorno del 2012, poco dopo la mezzanotte, nel pieno dei festeggiamenti, mentre in strada esplodevano i botti per salutare il nuovo anno, ignoti hanno piazzato una bomba sotto il portone di casa De Punzio. Fortunatamente, la casa era vuota e nessuno rimase ferito.
Maurizio Distante
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