BRINDISI- Deceduta per complicanze non prevedibili e indipendenti dall’opera dei medici. Così la Corte d’appello di Lecce ha assolto i tre medici dell’ospedale Perrino di Brindisi accusati di omicidio colposo per la morte di una paziente dopo un intervento chirurgico per una occlusione intestinale. Il caso risale al 2006, la donna, Agnese Patti, 79 anni, era ricoverata presso l’ospedale di Brindisi era morta a seguito dell’intervento.
Il secondo grado di giudizio ha riformato la sentenza di condanna di 1 anno di reclusione emessa dal Tribunale di Brindisi nei confronti del primario di Chirurgia dell’Ospedale Perrino, Francesco Barnaba, e degli aiuti di chirurgia MauroPiccione e Giovanni Greco. La Corte d’Appello di Lecce ha assolto i tre imputati perché il fatto non sussiste, i tre sanitari erano accusati di omicidio colposo. Secondo l’accusa l’occlusione intestinale non era stata tempestivamente diagnosticata e negligentemente trattata in fase chirurgica e del post operatorio.
Completamente ribaltata la sentenza di primo grado emessa nel 2012, i giudici di Lecce hanno condiviso le tesi difensive dell’ avvocato Fabio Patarnello (difensore di Barnaba), e degli avvocati Massimo Manfreda e Roberto Cavalera legali di Greco e Piccione.
I difensori hanno hanno cercato di dimostrare , tesi poi accolta, che è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita della paziente, che purtroppo era deceduta per complicanze non prevedibili e indipendenti dalla loro opera professionale.
BrindisiOggi
Commenta per primo