FRANCAVILLA FONTANA – L’arrivo dei 293 migranti provenienti dalla Siria e dall’Egitto e, ora, smistati in alcune strutture della provincia di Brindisi, non è certo passato inosservato. Da più parti si levano gli appelli alla solidarietà e le comunità stanno rispondendo, con qualche distinguo, alla chiamata di associazioni ed enti. Anche la politica, in questi giorni, s’è fatta sentire: tutti gli esponenti del territorio, senza distinzione di colore, si sono uniti al coro dell’accoglienza. La posizione, dunque, è la stessa per tutti: dare ospitalità, ricovero, vitto e alloggio ai migranti che scappano dalla guerra. Le sfumature, più o meno sottili, però, ci sono. Va bene l’emergenza ma, per affrontare, anche in futuro, simili situazioni è bene chiarire alcuni principi che devono valere sempre.
Questa, in estrema sintesi, è la posizione di Pietro Iurlaro, senatore di Forza Italia e neo coordinatore del circolo di Ostuni che espone i suoi però in una lettera al prefetto di Brindisi, Nicola Prete. «In queste ore, l’arrivo di 42 migranti siriani a Francavilla Fontana ha scosso l’opinione pubblica – scrive Iurlaro – facendo toccare con mano a una intera comunità gli orrori e la disperazione portati della guerra. Uomini, donne, bambini. Francavilla, così come gli altri Comuni della provincia, non può rimanere indifferente al grido di aiuto urlato da chi è costretto a fuggire dal proprio Paese e dalla propria terra». Fatta la premessa che spalanca le braccia ai profughi, Iurlaro mette i paletti entro i quali, secondo lui, deve inscriversi l’azione di chi ha l’onere dell’accoglienza.
«Per questo, credo sia corretto che vengano chiarite alla comunità le modalità e i criteri che, nelle scorse ore, hanno portato la Prefettura di Brindisi e l’amministrazione comunale di Francavilla Fontana a optare, per l’accoglienza dei migranti, a uno stabile, il “Laboratorio Urbano” di via Zullino, che, di certo, non può essere ritenuto una struttura ricettiva né, tanto meno, un ricovero». In soldoni: perché il laboratorio urbano? Chi ha deciso che quella struttura, meglio di ogni altra, possa ricevere i migranti? Gli interrogativi del senatore azzurro non si fermano. «Come sono stati sistemati e accolti gli ospiti? In che modo viene garantito loro il vitto e l’alloggio? Quali spazi della struttura sono loro dedicati? Di quali attrezzature e comfort dispone il plesso gestito da un consorzio? Con quali criteri, in definitiva, si è deciso di favorire tale affidamento diretto per la cura e la sistemazione dei migranti?».
Domande che Iurlaro spera che trovino una risposta rapida per garantire che questo tipo di situazioni, ogni volta che si dovessero presentare, non assumano sempre i contorni dell’emergenza ma di un protocollo rodato che aiuti la macchina della solidarietà di girare a pieno regime ogni qualvolta venga messa in moto. «Quesiti che ritengo legittimi e che, pur scaturiti in una situazione di evidente emergenza, debbano trovare veloce risposta. Dico ciò nell’eventualità, purtroppo concreta, che le dinamiche capaci di portare anche nel nostro territorio tale drammatica situazione, possano ripetersi nel breve termine. Perché una cosa è l’emergenza. Un’altra è, invece, creare una vera e propria cultura dell’accoglienza che possa fronteggiare, oggi come domani, un fenomeno la cui portata futura è ancora sconosciuta».
BrindisiOggi
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