Fermati i presunti scafisti, nel brindisino scatta la solidarietà

BRINDISI – Mahamad Chawki e Ahmad Mohamad, di 18 anni, e Abdelfatth Ibrahim, di 35. Sono questi i nomi dei 3 presunti scafisti che avrebbero condotto i 290 migranti siriani ed egiziani nelle acque italiane dove sono stati salvati, poi, dalla Marina Militare nell’operazione Mare Nostrum. I profughi, dopo il salvataggio, sono arrivati ieri pomeriggio nel porto di Taranto prima di essere trasferiti nelle strutture di prima accoglienza nei vari Comuni della provincia di Brindisi: Francavilla Fontana, Latiano, Ostuni, Carovigno, Villa Castelli e il centro di Restinco su tutti. I 3 presunti scafisti sono stati individuati e sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono stati bloccati dagli agenti della Squadra Mobile, in collaborazione con personale della Marina Militare e della Capitaneria di porto, e condotti in carcere.

Preziose sono state, al fine della loro individuazione, le testimonianze di alcuni migranti siriani che hanno raccontato la loro odissea agli investigatori. Secondo i racconti dei profughi, il viaggio della speranza sarebbe cominciato alcune settimane fa dal loro paese in guerra, la Siria: in bus, dopo il pagamento di somme comprese tra i 3mila e i 5mila dollari, sarebbero giunti ad Alessandria d’Egitto dove, dopo una sosta di qualche giorno in una masseria, sarebbero stati portati sulle coste egiziane e imbarcati verso l’Italia. Durante la traversata, sempre stando al racconto dei migranti, avrebbero cambiato diversi barconi. Intanto proseguono le prime operazioni di accoglienza presso i centri dei Comuni disposti ad accogliere i circa 300 profughi giunti ieri in Puglia: insieme ai mediatori culturali che fungono anche da interpreti, i medici dell’Asl stanno passando in rassegna uomini, donne e bambini che, stando alle prime notizie, starebbero tendenzialmente bene.

Nelle strutture di Latiano, “Il sorriso” e “L’oasi degli ulivi”, ci sono 36 profughi siriani, tutti componenti di nuclei famigliari, ci sono anche due donne incinte di 7,8 mesi, che da ieri sono alle prese con la nuova realtà. Dalla prossima settimana cominceranno le sedute con gli psicoterapeuti che ricostruiranno le loro storie. A Francavilla Fontana, i 42 profughi ospitati presso il laboratorio urbano “In punta di piedi” e lo Sprar, Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, lungo la via per Villa Castelli, sono stati accolti dal sindaco Maurizio Bruno e dal vicesindaco Gerardo Trisolino. «Ieri sera c’era un bambino piccolissimo tra i 42 ospiti della nostra città, avrà avuto meno di due anni – scrive su Facebook il primo cittadino – Bisogna vederle, certe immagini, per capire quanto profonda possa essere la sofferenza e quanto basti poco per cercare di alleviarla. Non si può rimanere indifferenti di fronte a chi chiede aiuto, mai! Non saranno un palazzetto dello sport o delle strade nuove di zecca a cambiare questa città se non iniziamo dall’abbandonare quell’egoismo e quella disumanità che purtroppo ho potuto leggere in molti post in queste ore».

Bruno fa riferimento a chi, pochi, comunque, non ha visto di buon occhio la disponibilità del Comune all’accoglienza. Ci sarebbe stata anche una cooperativa, la “Sant’Anna”, secondo quanto riferito dal primo cittadino, che avrebbe rifiutato di accogliere i minori giunti in città senza conoscere preliminarmente l’ammontare della retta giornaliera garantita dal ministero alla struttura. La maggioranza della popolazione, come sottolineato dal sindaco stesso, però, ha risposto presente alla chiamata della solidarietà. «Ci sono gruppi di cittadini che chiamano per dare una mano, offrire un contributo, portare sostegno – afferma l’assessore ai servizi sociali della città degli Imperiali, Anna Maria Padula – La mia email intasata di richieste, il telefono che squilla in continuazione, le chiamate dal Laboratorio Urbano con cui mi rassicurano, mi aggiornano, dicendomi che arriva di tutto, che Francavilla risponde con generosità e altruismo».

Proprio nel giorno in cui sono giunti nel porto di Taranto i 293 profughi, 290 senza i presunti scafisti trattenuti dalla polizia, tra cui molti minori, la Camera dei Deputati ha approvato, con il solo voto contrario della Lega, la mozione che sollecita e impegna il governo in merito alle iniziative da intraprendere in riferimento al fenomeno dei minori stranieri non accompagnati. «Di recente – afferma la deputata del Pd Elisa Mariano – gli sbarchi di minori, il 40% dei quali non accompagnati, hanno subito un incremento, ragion per cui la Camera ha ritenuto imprescindibile sollecitare il Governo ad assumere iniziative in tale direzione. In particolare, abbiamo chiesto al Governo di ricercare una soluzione che non sia di tipo emergenziale ma che affronti in maniera organica, anche sul piano normativo, il problema dei minori stranieri non accompagnati. Abbiamo anche richiesto la continuità del finanziamento di un fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che non gravi sui bilanci dei comuni e di favorire le attività per il ricongiungimento dei minori con i loro genitori allorquando giunti sul territorio italiano. Infine abbiamo chiesto di prevedere misure stringenti di controllo delle operazioni di identificazione per impedire che tali minori, resi invisibili, finiscano nelle mani della criminalità organizzata o nella tratta di esseri umani».

Maurizio Distante

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