MESAGNE – È ormai guerra giudiziaria tra il Comune di Mesagne e l’Acquedotto Pugliese. L’ente ha citato in giudizio la società che gestisce la rete idrica dopo l’ennesimo dissesto verificatosi in una via del centro della cittadina messapica. Lo scorso 6 giugno, infatti, il suolo ha ceduto nuovamente in via Gualtiero D’Ocra, proprio di fronte all’ufficio postale. L’episodio non rappresenta un caso isolato: lo scorso gennaio, alcune famiglie furono evacuate dalle loro abitazioni di via Eugenio Santacesaria a causa di alcuni smottamenti dovuti a problemi verificatisi nel sottosuolo.
Da allora una battaglia a suon di perizie e pareri è in corso tra il Comune e l’Aqp: secondo l’ente locale la causa dei continui dissesti è da attribuire alla rottura delle tubazioni della rete idrica mentre secondo l’azienda il suolo frana causando il danneggiamento dei tubi. Nei giorni scorsi, quindi, il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, accompagnato dal vicesindaco, Giancarlo Canuto, e dall’ingegner Rosabianca Morleo, è stato a Bari presso la sede dell’Acquedotto Pugliese. All’incontro erano presenti il direttore generale di Aqp, Nicola Di Donna, e il dirigente macroarea territoriale Brindisi–Taranto, Giuseppe Valentini. Questa riunione ha sancito la definitiva differenza di valutazione rispetto alle cause che hanno generato il dissesto.
In sostanza, il Comune di Mesagne, sulla base delle indagini svolte, sostiene che sarebbe stata una perdita dell’acquedotto a creare la voragine, considerando che la stratigrafia geologica dell’area urbana in questione è di tipo sabbioso e limoso; il dottor Valentini, invece, ha continuato a sostenere che sarebbe stato il movimento della falda a creare la rottura della rete idrica. Due percorsi diametralmente opposti e vicendevolmente esclusivi che giungono alla medesima conclusione, insomma. Vista questa netta contrapposizione di valutazioni, il Comune di Mesagne ha deciso di procedere per vie giudiziarie, citando Aqp per le spese sostenute in questo periodo sui vari fronti dell’emergenza.
I dirigenti di Aqp, fanno sapere dal Comune, hanno manifestato, comunque, il massimo impegno per accelerare i tempi rispetto alla redazione e alla consegna all’Autorità Idrica Pugliese del progetto relativo al rifacimento della rete idrica e fognante del centro storico. «A questo punto – ha dichiarato il sindaco Scoditti – procediamo legalmente nella convinzione, avvalorata dalle indagini tecniche, che la causa scatenante sia da addebitare all’Acquedotto Pugliese. Dal mese di gennaio, l’amministrazione sta sostenendo una serie di spese legate all’emergenza. Il Comune doveva innanzitutto tutelare la sicurezza dei cittadini e rendere disponibili tutte le possibili risorse per gestire al meglio la situazione. Risorse che è giusto recuperare a beneficio dell’intera collettività».
Il vicesindaco Canuto si è soffermato sull’esigenza improcrastinabile dei lavori alle tubazioni dell’acquedotto. «Il rifacimento completo della rete idrica del centro storico non è più rimandabile. Su questo punto abbiamo registrato la piena collaborazione dei nostri interlocutori. Seguiremo naturalmente ogni passaggio legato alla fase progettuale per ottimizzare i tempi e tenere informati i cittadini in tempo reale».
BrindisiOggi
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