OSTUNI- Avrà inizio lunedì mattina, presso il tribunale di Brindisi, la prima udienza dibattimentale del processo a carico alcuni soggetti di Ceglie Messapica, ritenuti responsabili di delinquere finalizzata all’usura (il cui tasso applicato, talora, si aggirava intorno al 400% annuo).
I fatti risalgono al 2009, a finire nel mirino delle forze dell’ordine Giambattista Elia, la compagna P.A. la sua segretaria, G.M.A, l’imprenditore Francesco Antelmi, ed i braccio destro di Elia , Michele Gallone, tutti di Ceglie Messapica.
Le indagini, condotte dagli uomini del commissariato di Ostuni portarono a scoprire che all’interno di un vasto locale adibito a negozio per la vendita di materiale da costruzioni, Elia ed i complici congegnavano e consumavano l’attività criminale.
Ciascuno aveva un ruolo: la “segretaria” G. M. A. provvedeva a compilare i titoli di credito (cambiali) che le vittime consegnavano in garanzia, ed all’occorrenza, non esitava a minacciare l’intervento di malavitosi ai “creditori” che alla data della scadenza dei “prestiti”, non erano in grado di onorare gli impegni assunti. Michele Gallone fedele factotum di ELIA Giambattista che, laddove necessario, non esitava ad affiancare e/o spalleggiare quest’ultimo nell’avvicinamento delle vittime per indurle a ritrattare le dichiarazioni rese alle forze di polizia. E poi Francesco Antelmi , imprenditore di Ceglie Messapica, detto “’u precamuerto” perché si occupava di pompe funebri, questi forniva elevate somme di danaro destinate ai soggetti in difficoltà . Fondamentale anche il ruolo di P.A. , fidata compagna anche di vita di Elia , formale intestataria dei numerosi beni mobili ed immobili che la coppia, verosimilmente grazie all’attività illecita, aveva acquisito.
BrindisiOggi
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