INTERVENTO – Il recente fatto di cronaca con l’aggressione ad un operatore della polizia municipale appartenente al comando di Brindisi nello svolgimento dell’azione di controllo del territorio mi fornisce, chiara, l’occasione per manifestare alcune considerazioni sulla posizione, che nell’ampio e complesso quadro delle forze di polizia, ha oggi la polizia municipale o come specificatamente definita in molte regioni, locale.
Le fonti normative, nazionali, regionali e locali evidenziano, inequivocabilmente, quanto sia sempre più coinvolta la polizia c.d. “del Sindaco” nell’ampio spettro del controllo delle città dove, la linea di demarcazione tra funzioni, potestà giuridiche, compiti – principali e secondari – certamente non è sempre di facile percezione e quindi di concreta attuazione nell’esercizio delle funzioni che, ovviamente, hanno nella immediata fungibilità, la caratteristica primaria. Alcuni passi in avanti sono stati compiuti con aggiornamenti normativi più, però, per la salvaguardia dei componenti di tutti i Corpi anche in relazione ed in ossequio ai principi cardine degli Enti territoriali, Regioni, Province e Comuni che nell’autonomia (normativa , regolamentare, ecc. ) ed autarchia potestativa, ne fanno l’essenza della stessa loro esistenza.
Ma, poi, allorquando il momento storico che si vive, evidenzia importanti riduzioni di risorse (non solo materiali ed umane) di ogni tipo e genere anche per le Forze di Polizia dello Stato, qualche linea e cenno di preoccupazione può nascere a livello locale stante le giuridiche limitazioni che le forze di polizia locali hanno; leggo, in tal senso con piacere del nuovo disegno di legge dell’attuale Governo teso a ridefinire “spazi d’azione” (oggi limitati al territorio del Comune di appartenenza) ed “efficienza funzionale” (oggi legata alle norme vigenti). Certo le modifiche normative sulle polizie richiedono molta “abilità”, non solo politica e di alta amministrazione, in quanto il compito primario di esse è la tutela dell’ordine e della sicurezza del precostituito e costituzionale sistema di Stato e pertanto è l’essenza – operativa nel nostro caso – della Democrazia.
Ma oggi l’effervescenza sociale – forte – dovuta sia al momento di crisi economica che al ciclo della storia, induce (direi obbliga ) il legislatore nazionale a fornire “linee guida” di rimodulazione dei compiti e della funzioni della P.M. che non può arroccarsi a soli compiti – prioritari di polizia amministrativa (essendo gli altri compiti “ausiliari” ) ma bensì , con le dovute interazioni e forme di preparazione e di organizzazione, avvicinarsi alla polizia “classica” onde rendere efficiente il controllo del territorio che, si apprende sempre più, vede il ridursi dei metodi classici (oggi molto richiesti ) ovvero la mera osservazione del territorio tra la gente che, nutre e registra, sempre più le aspettative del momento.
Auspico, pertanto, un futuro rimodulato su più fronti, nello spirito di servizio pubblico che, necessariamente e nello specifico della P.M., traguarderà nuovi e delineati orizzonti volti ad aumentare professionalità ed efficienza di risultato.
Il comandante della polizia municipale
Teodoro Nigro
non credo che quanto riportato nell’intervento sia chiaro e attinente al grave fatto di cronaca.