E’ tornata a casa la donna ferita nell’agguato

TORCHIAROLO – E’ tornata a casa ieri sera la donna 24enne che martedì scorso è rimasta ferita in un agguato mentre si trovava in auto con il compagno Antonio Rizzello e i suoi due bambini di 5 e 3 anni rimasti illesi per miracolo. La donna ha firmato volontariamente le dimissioni e ha fatto rientro nell’abitazione a Torchiarolo. Le indagini intanto, condotte dai carabinieri della compagnia di Campi Salentina, diretti dal maggiore Nicola Fasciano, continuano a ritmo serrato.

Dieci giorni di prognosi per la 24enne di etnia rom. Era stata questa la prognosi stabilita dai medici dell’ospedale ‘Perrino’ di Brindisi dopo che un proiettile calibro 9×21 aveva trafitto la donna a una spalla. Ieri sera, però, la 24enne ha deciso di firmare e far ritorno a casa dal suo compagno e i suoi due bambini.

L’auto su cui viaggiava la famiglia, una Opel Zafira di colore bordeaux, è stata colpita da una raffica di proiettili la notte tra martedì e mercoledì scorsi. I quattro stavano facendo rientro a casa a Torchiarolo e percorrevano la strada provinciale che da Carmiano conduce a Campi, nel Salento, quando ad un certo punto – secondo il racconto che Rizzello ha fornito agli investigatori – è stata affiancata da un’altra autovettura da dove sarebbero partiti i colpi d’arma da fuoco. Sulla carrozzeria della Zafira sono stati rinvenuti quattro fori d’entrata. Non è ben chiaro ancora se i colpi sarebbero stati sparati da un’auto in corsa. I proiettili hanno attraversato il vano posteriore, passando sulla testa dei bambini, rimasti illesi per miracolo. Un proiettile però ha colpito la 24enne, che era seduta lato passeggero, ad una spalla.

Con tutta l’auto scassata Antonio Rizzello ha accompagnato la donna ferita alle 2.15 al pronto soccorso dell’ospedale di Brindisi. L’agguato, secondo il racconto del 27enne, è avvenuto pochi minuti dopo la mezzanotte. Quasi 50 chilometri percorsi, secondo il suo racconto, con un finestrino rotto, una ruota sgonfia, con due bambini in macchina che piangevano e una donna ferita.

Rizzello, però, non ha saputo dire agli investigatori cosa ha fatto in quelle due ore di buco. La versione dei fatti fornita dal ragazzo, con piccoli precedenti penali per droga, non ha convinto gli investigatori che stanno indagando a 360 gradi. Rizzello è stato ascoltato dagli uomini dell’Arma la notte stessa dell’agguato, ma su tanti punti e domande l’uomo ha preferito il silenzio.

Le indagini in queste ore stanno proseguendo su delle piste ben precise. Chi ha agito, sicuramente, voleva colpire Rizzello. Il mistero sul perché il 27enne abbia preferito accompagnare la compagna al nosocomio di Brindisi invece di portarla a quello più vicino di San Pietro Vernotico o Campi, resta. Così come resta il dilemma su cosa abbia fatto in quelle due ore di buco. Al vaglio degli investigatori c’è un regolamento di conti. Qualcuno a Rizzello, indubbiamente, voleva fargliela pagare.

Mar.De.Mi.

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