BRINDISI- In quei giorni abbiamo respirato di tutto, erano nell’aria ma anche sui terreni. Diossina e Benzoapirene presenti in altissime dosi, nella zona industriale ma anche nei quartieri limitrofi. Veleni prodotti e sparsi dalla combustioni dei rifiuti speciali abbandonati e accatastati da anni in quella che era l’Alfa Edile in contrada Piccoli a Brindisi. Questo, quanto è emerso dai risultati delle analisi dell’Arpa effettuate nelle ore in cui si è verificato l’ennesimo incendio dei rifiuti il 10 e 11 luglio scorso. La relazione dell’Arpa è stata inviata al geologo Franco Magno che come proprietario dei terreni adiacenti all’ex Alfa Edile aveva chiesto lumi sulle analisi. Oggi Magno invia agli organi di informazioni i dati ricevuti, ma scrive anche al sindaco di Brindisi Mimmo Consales, affinchè si intervenga per far sparire quei rifiuti speciali e ormai pericolosi dal sito, posto sotto sequestro da anni. “ Dalla relazione tecnica si riscontra- afferma Magno- una situazione di “aria ambiente” a dir poco raccapricciante. L’aspetto grave è che i rifiuti stoccati dalla Alfa Edile su di un terreno che non aveva la specifica destinazione d’uso, sono ancora lì ed attendendo che loschi individui ciclicamente, anche d’inverno, mettano fuoco e ne diminuiscano di volta in volta i volumi residuali.” Ecco cosa scrive l’Arpa : “Il valore delle concentrazione delle diossine (PCDD/PCDF), in relazione ai cancerogeni tossici rilevati nei campioni in aria ambiente è risultato particolarmente elevato (105608 fg TE/mc) nel giorno dell’evento nel sito di campionamento di PTS presso l’azienda Miccolis in C.da Piccoli, sia rispetto ai valori di fondo misurati in altri periodi nell’aria urbana di Brindisi in assenza di eventi significativi, sia rispetto agli altri siti di prelievo”. Le analisi hanno interessato, in particolare, gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), le Diossine (PCDD/F) ed i PCB (PoliCloroBifenili), i campionati sono stati prelevati con strumentazione portatile presso l’azienda Miccoli a 250 metri dalla zona interessata.
Gli sforamenti sono altissimi (105608 fg TE/mc) se solo si pensa che il valore di riferimento della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), individua in 300 fg TE/mc il valore massimo per l’aria ambiente e solo 100 fg TE/mc per i terreni, quindi la quantità di diossine registrate in contrada Piccoli sono impressionanti. Superamenti lo stesso giorno dell’incendio sono stati registrati anche dalla centralina del Sisri, a pochi passi da alcuni quartieri cittadini, la diossina era pari a 693 fg TE/mc, il doppio del limite previsto dalla legge. Questo è il danno che ha provocato l’incendio del 10 luglio scorso, al quale bisogna sommare le conseguenze di tutti gli altri incendi che si sono susseguiti sin al 2004, quando quei rifiuti speciali sono stati smaltiti su di un sito che non aveva l’apposita destinazione d’uso. “L’aspetto raccapricciante del danno prodotto dai continui incendi dei rifiuti della ex Alfa Edile – continua il geologo- è che le sostanze esaminate dall’Arpa (Diossine, PCB, IPA e metalli pesanti) non si degradano nel tempo ma sono sostanze bioaccumulanti che entrano nel dna e nella catena biologica ed alimentare e quindi entrano nel nostro vissuto quotidiano”
La preoccupazione è soprattutto in merito alla quantità di benzoapirene molto ben conosciuto dalla popolazione tarantina in quanto è quello che ha innescato tutto il processo di riconoscimento del danno ambientale sull’area di Taranto. Per tale composto, la Regione Puglia ha emanato la legge regionale n. 3 del 28 febbraio del 2011 dal titolo:“Misure urgenti per il contenimento dei livelli di benzo(a)pirene) “ individuando il valore limite (su base annuale) pari ad 1 ng/mc (nanogram-mo metro cubo). Il valore registrato il giorno dell’incendio presso l’azienda Miccolis è stato pari a ben 13,8 ng/mc, molto maggiore di quanto stabilito (seppur su base annuale) dalla legge regionale e dalla stessa normativa nazionale (Dlgs 155/2010) e quasi mai registrato neppure nell’area di Taranto.
Magno evidenzia che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro riporta il benzoapirene come inquinante, per il rischio cancerogeno, nella categoria uno.
La legge regionale prevede l’intervento nel più breve tempo possibile per eliminare le fonti di produzione del benzo(a)pirene e che la stessa Regione interviene sulle principali sorgenti di emissione, inserendole in un apposito piano di risanamento. Sulla base di questa norma Magno fa appello al sindaco Consales, affinchè attivi la regione Puglia per bonificare l’area ex Alfa edile, facendo ricadere gli oneri connessi, così come riportato all’art. 3 della stessa legge “ai soggetti titolari delle emissioni interessate”.
Lucia Portolano
Commenta per primo