LECCE- Francesco Gravina, 34 anni, detto il Gabibbo, diventa collaboratore di giustizia. Gravina considerato personaggio di spicco della Sacra Corona Unita, ha reso nota la sua decisione durante la prima udienza del processo d’appello per l’omicidio di Giancarlo Salati, 64 anni, detto Menzarecchia, ucciso a bastonate nella propria abitazione, nel centro storico di Mesagne il 16 giugno 2009.
Durante il processo con rito alternativo la pubblica accusa, rappresentata dai pm Alberto Santacatterina e Valeria Farina Valaori, avevano chiesto ed ottenuto la condanna a 30 anni di Gravina, perché ritenuto uno dei mandanti dell’omicidio Salati così come si evince dalle dichiarazioni di un altro pentito coinvolto nella vicenda e condannato a 9 anni, Ercole Penna .
Secondo il racconto di Penna , Salati doveva pagare perché aveva avuto una relazione con una minorenne che era anche rimasta incinta. Penna racconta che lo zio della ragazza si era rivolto a loro, perché accadeva così, loro erano sensibili alle sollecitazioni della gente, la proteggevano e in cambio ottenevano copertura. E poi quell’uomo in passato avrebbe intrattenuto una relazione con la compagna di Massimo Pasimeni.
Il delitto quindi era stato commissionato da Massimo Pasimeni (piccolo dente) ,che avrebbe dato mandato a Ercole Penna (linu lu biondu) che a sua volta avrebbe dato mandato a Francesco Gravina, (gabibbo). Questi poi avrebbe incaricato Vito Stano e Cosimo Guarini ad eseguire il fatto. Gli ultimi tre , quindi , a luglio 2013 sono stati condannati in abbreviato, 30 anni per Gravina e Stano, e 10 anni a Cosimo Guarini che nel frattempo si era pentito, mentre Pasimeni a dicembre dello scorso anno è stato condannato all’ergastolo.
La decisione di Gravina assume un significato importante, le sue dichiarazioni potrebbero fornire nuove rivelazioni sulla SCU agli investigatori visto il suo legame con Pasimeni, così come è accaduto con il pentito Ercole Penna.
BrindisiOggi
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