MESAGNE – A quasi un mese dalla scoperta del dissesto idrogeologico sofferto da una parte del sottosuolo del centro storico di Mesagne, l’amministrazione, che periodicamente ha reso edotta la popolazione sullo stato dell’arte, torna a fare il punto della situazione. Particolare interesse, a questo punto, destano le condizioni delle famiglie che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni.
«Il primo cittadino – si legge in una nota del Comune – ha ricordato che è stato necessario provvedere alla sistemazione di 6 nuclei famigliari per un totale di 18 persone. Su indicazione del sindaco, del vicesindaco e della responsabile dell’ufficio edilizia residenziale pubblica e privata, l’ufficio servizi sociali si è attivato per l’individuazione di alloggi di emergenza. Non essendoci ancora esatte indicazioni sull’entità dei danni causati dal dissesto idrogeologico e non potendo prevedere la durata dell’allontanamento dalle abitazioni, non vi sono mai state le condizioni per pensare a sistemazioni definitive ma solo provvisorie e urgenti». Le famiglie, quindi, hanno trovato alloggio in strutture ricettive del paese.
«Per raggiungere questi obiettivi – spiegano da Palazzo di Città – nell’immediatezza dell’emergenza, l’amministrazione ha contattato i referenti di una costituenda associazione di Bed&Breakfast di Mesagne che hanno fornito l’elenco di tutti i B&B del centro storico e nelle immediate vicinanze. L’ufficio servizi sociali ha contattato i gestori delle strutture ai quali sono state poste condizioni di pagamento e di utilizzo ben precise: costo della tariffa giornaliera di 15 euro a persona, utilizzo della biancheria personale per letti e bagno, preparazione in autogestione di colazione, pranzo e cena, pulizia degli ambienti utilizzati a carico. È stato chiarito che l’ospitalità avrebbe avuto una durata temporanea e comunque per il periodo limitato al rientro nel proprio alloggio o a diversa sistemazione individuata dal Comune».
Quindici euro al giorno per famiglia potrebbe sembrare anche un prezzo contenuto ma, tenendo conto del tempo passato dai nuclei famigliari fuori dalle proprie abitazioni e non sapendo ancora per quanto ancora resteranno così, la situazione potrebbe risultare anche economicamente poco sostenibile, almeno in alcuni casi. Non si conosce ancora precisamente, nonostante i numerosi sopralluoghi e il costante monitoraggio della zona interessata, quando l’area sarà nuovamente agibile.
«La sezione Iban del Cnr di Lecce ha concluso giovedì scorso i lavori di monitoraggio attraverso l’ausilio di georadar e geoelettrico in ogni abitazione sottoposta a sgombero. Il lavoro di questi giorni, dunque, riguarda l’elaborazione dei dati che saranno decisivi per la diagnosi esatta del problema e per definire l’entità dell’eventuale dissesto degli immobili in questione. L’amministrazione spera di ottenere questo responso entro i primi giorni della prossima settimana. Contestualmente, l’assessorato regionale alla protezione civile ha reso operativa la disponibilità della sezione Irpi del Cnr di Bari che ha già stabilito contatti con la sezione di Lecce del medesimo istituto. In questo modo viene garantita un’ulteriore espansione dell’ambito di ricerca per avere un quadro esatto della situazione anche nelle aree adiacenti la zona dell’emergenza».
BrindisiOggi
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