Una donna si sente male in ospedale e l’ambulanza arriva da Mesagne: ecco perchè

BRINDISI – Un’ennesima segnalazione arriva da parte dell’utenza dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi. Questa volta, la pietra dello scandalo sarebbe un intervento che il 118 avrebbe dovuto e potuto sbrigare rapidamente in loco, visto che il richiedente, la persona da soccorrere, si trovava proprio all’interno del perimetro della struttura e, invece, si è dovuti ricorrere a una squadra proveniente da Mesagne, con un’attesa di 15 minuti circa.

«Questa mattina (ieri, per chi legge, ndr), nell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi, una signora accusa un malore. Lì accanto ci sono le ambulanze e ci rivolgiamo al personale sanitario per ricevere soccorso ma ci rispondono che non possono perché i loro interventi vengono gestiti dal 118. Chiamiamo il 118 e, dopo 15 minuti, arriva un’ambulanza direttamente da Mesagne. Non è uno scherzo… È tutto tragicamente vero». L’accusa arriva dalla pagina Facebook di Anna Maria Carella, ex consigliere comunale del Pdl, a Brindisi.

L’ex esponente azzurra ha denunciato questo caso di presunta cattiva gestione del servizio 118 accaduto la mattina di domenica, in occasione della veglia funebre cui la donna colta da malore stava partecipando. Lo svenimento della signora ha allarmato i presenti che si sono rivolti al personale in arancione che si trovava nelle vicinanze dell’evento. La risposta ricevuta, però, non ha soddisfatto chi si trovava con la donna svenuta: la gestione degli interventi, infatti, anche se a pochi passi dal caso, è in carico alla centrale operativa del 118 che coordina le varie postazioni, inviandole, secondo necessità, su tutto il territorio provinciale. Pur scontenti, gli accompagnatori della donna colta da malore hanno chiamato il 118, seguendo il protocollo. Dopo 15 minuti, un’ambulanza proveniente da Mesagne ha portato soccorso alla donna.

Il quarto d’ora d’attesa ha fatto scoccare la scintilla dell’indignazione nell’animo dell’ex consigliere che ha esternato il suo disappunto per l’accaduto sulla sua pagina personale del  social network. La vicenda, pur avendo i marcati contorni dell’ennesimo disagio, però, a differenza di molte altre che hanno coinvolto l’ospedale di punta dell’Asl di Brindisi, potrebbe avere una chiave di lettura diversa se si prendessero in considerazione alcuni aspetti: visto che il malore della signora, che poteva anche essere molto grave, è avvenuto all’interno del recinto dell’ospedale, la richiesta di soccorso sarebbe potuta arrivare anche a personale diverso da quello del 118, ad esempio, a quello del pronto soccorso che avrebbe potuto inviare, sempre ipoteticamente, una barella e un infermiere in meno di 15 minuti; il servizio del 118 ha un protocollo da rispettare in maniera molto rigida: se, ad esempio, nel prestare soccorso alla signora, fosse arrivata una chiamata per un’emergenza fuori dalle mura dell’ospedale, per l’operatore che gestisce gli interventi, l’autoambulanza del Perrino sarebbe risultata libera quando libera non era, creando un disservizio molto pesante.

Le postazioni che orbitano su Brindisi città, inoltre, sono solo tre: quella del Perrino, con a bordo un medico, un infermiere, un soccorritore e un autista soccorritore, che copre un territorio che va da Torre Guaceto a Tuturano, comprendendo i quartieri periferici della città; quella del centro, con a bordo un medico, due soccorritori e un autista soccorritore; quella del porto,  il cui equipaggio è composto solo da un soccorritore e un autista soccorritore. Alla luce di questi dati, probabilmente, la brutta disavventura capitata alla signora colta dal malore l’altra mattina potrebbe essere vista sotto una diversa luce: si potrebbe anche pensare, in assoluto, di non invocare l’arrivo del 118 per ogni piccolo scompenso, occupando ambulanze e personale anche per situazioni in cui non ci sarebbe bisogno del loro intervento, oppure si potrebbe pensare di aumentare, se possibile, le postazioni di soccorso, in modo da avere attese meno lunghe e maggiori risorse per non lasciare proprio nessuno privo di un soccorso che potrebbe rivelarsi salvavita.

Maurizio Distante

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