BRINDISI-Circa 13 furti negli appartamenti di Brindisi, la tentata rapina alla gioielleria Della Rocca, il furto alla sede distaccata del comando della polizia municipale, ma anche l’incendio di un furgone e l’attentato ai danni di una vettura che loro pensavo essere di un ispettore di polizia.
Sono accusati di tutto questo 10 brindisini, alcuni molto giovani, arrestati questa mattina dagli agenti della Squadra mobile di Brindisi, al comando del vice questore Alberto Somma. Un’indagine rapida ma puntigliosa, così l’ha definita il procuratore capo Marco Dinapoli, che ha permesso di ricostruire episodi criminali dal 2012 ad oggi.
In manette: Gaetano Aggiano 20 anni (detto Coca cola), Gianmarco Leto 20 anni, difesi dall’avvocato Giuseppe Guastella, Simone Brigida 21 anni , Tiziano Cannalire 24 anni e Luca Carriero 22 anni (assistiti dall’avvocato Luca Leoci) , Diego Catucci 24 anni, Marco Curto 30 anni, Diego De Giorgi 29 anni, Francesco Ruggiero 30 anni (detto Pumillo), Andrea Ostuni 27 anni (detto Malavita o Malox), tutti di Brindisi, tre di questi erano già in carcere.
Tra i vari reati contestati vi è quella più pesante dell’associazione a delinquere, le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip Maurizio Saso su richiesta del pm Daniela Chimienti.
A capo dell’organizzazione ci sarebbe Tiziano Cannalire, un giovane di soli 24 anni, che gestiva gli affari da casa mentre era ai domiciliari. Ad incastrare quella che è stata definita nell’ordinanza “la banda armata” sono state le intercettazioni telefoniche e ambientali. Nelle conversazioni captate venivano indicati i colpi e l’organizzazione, e poi il giorno dopo si commentava anche.
Tutto parte dal furto di numerose armi all’armeria di piazza Sapri a Brindisi Calì avvenuto nell’agosto 2012. I malfattori entrarono praticando un foro sul soffitto sul garage sottostante. Poi l’arresto di Davide Bombacigno, oggi indagato in questa nuova operazione, al giovane furono trovate due pistole e della droga. Dai rilievi tecnici le due armi, nonostante la matricola abrasa, apparivano essere quelle dell’armeria. Le conversazioni intercettate confermarono poi la provenienza. Nel frattempo per quel furto è stato arrestato Luca Carriero ritenuto uno dei responsabili.
In una conversazione Carrieri riferendosi all’hard disk dice: “come quello dell’armeria..l’ho buttato subito nello stesso momento..la mattina andai compà…e che ho perso un’ora due ore la dentro io..con il cazzo delle chiacchiere sono stato l’ha dentro io..chiuso come una merda Pumì..tre giorni.
Tra i furti dei quali si sarebbero resi responsabili anche quello alla sede del Casale della polizia municipale, dove i malviventi cercavano pistole e giubbotti anti proiettile, alla fine hanno portato via delle ricetrasmittenti. Il furto si è consumato la notte tra il 15 e 16 gennaio 2013.
Da un’intercettazione ambientale in una Renault Clio tra Carriero e Catucci emerge:
Car:“Se entri dentro la Polizia municipale…..No al paradiso..a quella là del casale….
Cat: “Magari troviamo qualche bella pistola…magari anche qualche giubotto antiproiettile”.
Non solo furti, ad un certo punto a qualcuno di loro balza nella mente l’ipotesi di posizionare un ordigno sotto il palazzo della Questura, a rivelare questa conversazione una nuova intercettazione tra Carriero, Leto e Zurlo. Tutto questo mentre erano in auto e passavano vicino all’edificio in viale provinciale per Lecce.
Car: “Ma pure volendo no?..come fai a mettergli una bomba là sotto”
Zu: “Ma sai cosa vuol dire se gli fai crollare quel Palazzo.. anche senza loro dentro sai?…anche senza loro dentro compà
Zu: “un casino succede”
Car: “documenti persi..indagini perse..compà un macello succede compà”
Gli arrestati sono tutti in carcere si attende l’interrogatorio di garanzia fissato nella giornata di mercoledì. Il procuratore Dinapoli li ha definiti “un gruppo di balordi che fanno questo per mestiere”.
Lucia Portolano
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