BRINDISI – «Cosa succede alla Stp?» è la domanda che si pongono gli studenti pendolari che, ogni mattina, viaggiano sugli autobus della compagnia, tra ritardi cronici e disagi vari. «La situazione critica che angoscia quotidianamente gli studenti pendolari ormai da settembre, non fa altro che peggiorare. Gli orari dei pullman Stp sono sfasati e gli studenti sono costretti a viaggiare in situazioni penose, accalcati e stipati come fossero clandestini nella stiva di un barcone, senza possibilità di movimento, tra gli spintoni di gente che salendo tenta di farsi spazio per entrare. Gli autisti rispondono vagamente alle domande e alle proteste degli studenti che vedono le condizioni di viaggio peggiorare a vista d’occhio». Secondo Sara Calvano, rappresentante d’istituto del liceo scientifico Fermi Monticelli di Brindisi, le cose non possono più andare avanti in questo modo perché l’azienda pare non preoccuparsi affatto della scarsa qualità del servizio offerto, non dimenticando mai di aumentare il prezzo delle corse. «È vero che siamo in tempo di crisi ma non usiamo sempre questo pretesto quando le cose non funzionano: gli abbonamenti hanno avuto un rincaro di 1,80 euro dal 2013 al 2014 per la corsa Mesagne-Brindisi, gli studenti sono aumentati e i pullman dove sono? Anche le famiglie che si fanno carico dell’abbonamento stanno subendo la crisi». La leader studentesca prosegue offrendo esempi di possibili comportamenti che altre categorie di consumatori e utenti adottano quando la situazione lo impone. «Dovrebbero minimo dimezzarci il costo dell’abbonamento: sembriamo una mandria di buoi trasportata in un camion. La situazione è ormai intollerabile. Dovremmo chiedere forse attraverso un legale il rimborso degli abbonamenti da settembre a oggi per i disagi sopportati o dal momento che siamo ragazzi non abbiamo voce in capitolo? Si parla sempre di incontri, vertici tra i dirigenti della Stp e le istituzioni. Ancora non abbiamo saputo niente a riguardo». L’ultima riflessione del rappresentante degli studenti torna a riguardare le condizioni di viaggio dei suoi colleghi pendolari. «Per andare da Mesagne a Brindisi e ritorno ci aspetta una tratta lunga 45 minuti nel caos più totale. Vogliamo trovarla una soluzione o prima qualcuno ci deve rimettere le penne? Io stessa, lo scorso venerdì, sono tornata a casa con nausea, conati di vomito, giramenti di testa e mancamenti: la calca e la mancanza d’aria fresca mi hanno giocato un brutto scherzo. Siamo solo a gennaio. Come faremo con l’arrivo della bella stagione?».
BrindisiOggi
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