Multiservizi, controlli a tappeto sui dipendenti e tagli alle spese, parla il presidente

BRINDISI-arigliano francesco Il Comune di Brindisi proroga i servizi alla Multiservizi per altri tre mesi in attesa che la società stili un piano industriale triennale. La società partecipata registra conti in rosso per 3 milioni e 800mila euro. Fatture di servizi resi all’amministrazione comunale che attualmente il Comune contesta. Una prassi andata avanti per anni, nonostante il Comune avesse un potere di controllo sulla sua società partecipata. Allo stato attuale non si comprende come mai siano state emesse fatture intestate al Comune di Brindisi senza che i servizi fossero preventivamente concordati almeno nel prezzo. Ma questa al momento è un’altra storia sulla quale  il sindaco Consales ha chiesto di vederci chiaro. A fine anno alla società partecipata l’amministrazione ha riconosciuto fatture per 1 milione 2 mila euro, soldi che sono serviti a pagare almeno il debito con l’erario, si tratta dell’Iva e Irpef 2012, ma restano i debiti con i fornitori. Per valutare le fatture contestate si sta procedendo al riesame in contraddittorio, in poche parole si sta valutando l’entità dei lavori eseguiti dalla Multiservizi rispetto ai costi sostenuti e all’utilità comunque ottenuta dal Comune. Sulla base di questo i  soldi richiesti saranno dovuti.

Debiti a parte, il presidente della società insediatosi 6 mesi fa, Francesco Arigliano è alle prese con i nuovi provvedimenti assunti, su richiesta anche del sindaco, per tagliare spese e migliorare l’organizzazione del lavoro. Arigliano dice che la cura adottata in questi mesi sta funzionando, l’abbattimento degli straordinari, e la riduzione delle spese di telefoni, quasi tutti in Multiservizi avevano un telefono aziendale, porterà una riduzione della spesa in un anno di almeno 80 mila euro. “La cura sta funzionando- afferma  Francesco Arigliano- ora siamo alle prese con il piano industriale, appena mi sono insediato ho dovuto fronteggiare una situazione debitoria difficile con fornitori ed erario, avevamo i conti correnti bloccati, un’azienda aveva anche presentato istanza di fallimento per Multiservizi, che il tribunale non ha accolto. Superata l’emergenza mi potrò occupare del fronte servizi”.  Intanto Arigliano ha messo mano all’organizzazione interna del lavoro, su 175 dipendenti , il 30 per cento ha dichiarato inidoneità fisiche a svolgere alcune mansioni, per questo si sta procedendo con un’indagine interna, una revisione delle situazioni con il supporto del medico aziendale, in alcuni casi dello Spesal e anche della medicina del lavoro del Policlinico di Bari. “In caso di gravi inidoneità- spiega Arigliano- si potrà procedere anche con la cessazione del rapporto di lavoro. Mentre in caso di anomalia saranno fatte le segnalazioni alla Procura della Repubblica”.

Non solo, ma il nuovo presidente starebbe instaurando un rapporto anche con le forze dell’ordine per monitorare l’effettivo svolgimento dei servizi. Grazie a un cronoprogramma è possibile infatti sapere chi e dove si trova un operatore in un determinato momento. Insomma non ci saranno più sconti per nessuno, qualora ci fossero stati sino a qualche mese fa.

Ma basta tutto questo per salvare Multiservizi? Arigliano dice di aver ridotto e circoscritte le consulenze, di aver eliminato la prassi sull’anticipo dello stipendio che veniva puntualmente esercitata, tolto i pass gratuiti e di voler costituire un albo di fornitori.  “Per quanto riguarda i subappalti- spiega il presidente di Multiservizi- questo è un termine errato, non ci sono mai stati subappalti ma forniture e noleggio di attrezzature specialistiche delle quali la società è sprovvista, ma che nel prossimo piano industriale cercherò di inserire negli acquisti perché sicuramente la società avrà dei risparmi”.

Resta il nodo della sede distaccata di Corso Roma, un ufficio  per gli utenti in affitto per il quale Multiservizi paga circa 1200 euro al mese. Già in passato era state sollevate delle obiezioni sull’utilità di affittare da privati una sede che poteva essere ospitata in un locale del Comune. Obiezioni sollevate anche perché il locale è di proprietà della famiglia dell’assessore all’Urbanistica Pasquale Luperti. “Ritengo che un ufficio distaccato nel centro della città è utile e necessario- spiega Arigliano- ma i costi sostenuti potrebbero essere ridimensionati con un locale comunale o prefabbricato. In sede di assemblea dei soci porterò all’attenzione la questione, chiedendo di poter recedere dal contratto di affitto”.

Lucia Portolano

1 Commento

  1. Credo che Arigliano sia sulla strada giusta evidenziando lo sperpero della passata gestione molto °allegra° e l’esistenza di interessi d’ufficio legati a qualche amministratore. Non c’e’ da meravigliarsi con tutto quello che leggiamo quotidianamente,in tutta Italia e sono pochi I comuni virtuosi,e non certo Brindisi. Mi dispiace ma e’ la verita’.

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