LATIANO – A due settimane dalla tentata rapina alla gioielleria Rizzo di Latiano, sfociata in un terribile sequestro di persona, il sindaco del paese, Antonio De Giorgi, si è rivolto ai suoi concittadini con una lettera aperta di condanna dell’accaduto e di riflessione sui motivi che hanno portato a un evento tanto tremendo quanto unico nel suo genere. «In questi giorni ho lavorato con riserbo per aumentare la sicurezza nel paese, sicuramente da migliorare ma non correlata con la presenza di strutture socioassistenziali, contestualmente evitare che si diffondesse il virus dell’intolleranza, incontrato il Prefetto per sensibilizzare una maggiore presenza di forze dell’ordine sul territorio perché il nostro paese ha subìto negli ultimi mesi diversi episodi criminali. Molti di voi avranno notato l’incremento già in questi giorni».
De Giorgi, nella lettera, ha annunciato anche la definizione di un’intesa con vari attori presenti sul territorio per un approfondimento sui temi della sicurezza. «Venerdì scorso ho incontrato gli operatori del terzo settore e si è determinata l’istituzione di un tavolo di concertazione con Asl, Scuola, Forze dell’ordine, Tribunale e altri soggetti istituzionali per migliorare e monitorare la situazione in un esperimento di maggiore e migliore coordinamento che non è previsto da alcuna legge ma solo nella volontà di tutti i soggetti presenti di evitare che tali incresciosi episodi possano verificarsi di nuovo. Mentre proprio oggi si è svolto un ulteriore e proficuo incontro tra Comune, Dirigenza Scolastica e Operatori del Terzo settore da cui è emersa la volontà di migliorare l’integrazione tra diversi soggetti in campo e avviare anche azioni concrete».
Il primo cittadino, poi, ha stigmatizzato chi individua nelle case famiglia il nocciolo del problema. «Con altrettanta fermezza, però, dobbiamo rispedire al mittente la campagna di criminalizzazione del disagio che qualcuno vuole alimentare. Il diverso non è criminale e il disagio non è una colpa ma uno stato di malessere che bisogna con tutte le forze cercare di annientare».
Maurizio Distante
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