BRINDISI- Sono circa le 10 quando il consiglio comunale di Brindisi è in corso, il sindaco ha da poco annunciato che presto apporterà delle modifiche alla sua squadra di governo, quando arrivano tre agenti della digos , salgono al primo piano nell’ufficio del segretario generale che era però in assise, chiedono di parlare con l’ingegnere Pietro Cafaro, responsabile Lavori Pubblici. La digos torna a Palazzo di città per acquisire nuovi atti, documentazione che ricostruisca i rapporti tra il Comune e l’Ipi l’istituto di investigazioni, che si occupa anche di vigilanza, sicurezza e convegni, intestato alla sorella dell’assessore alle Attività Produttive Raffaele Iaia. Il componente dell’esecutivo ieri è stato raggiunto da un avviso di garanzia, accusato di intermediazione illecita nello svolgimento di attività investigativa, in poche parole dalle indagini coordinate dal pm Milto De Nozza e condotte dagli agenti della digos, guidati dal vice questore Vincenzo Zingaro, Iaia “non solo si occupava della gestione amministrativa dell’istituto di investigazioni, ma anche della parte operativa della stessa”. Insomma, nonostante l’assessore non fosse più socio dal 2007 dell’Ipi, secondo gli investigatori questi aveva ancora degli stretti legami.
L’ipi ha ottenuto diversi affidati da parte dell’amministrazione comunale, si occupa della vigilanza di numerosi eventi, strutture sportive ed anche comunali. Per questo gli agenti questa mattina sono tornati al Comune, sono rimasti sino al tardo pomeriggio. Sotto la lente di ingrandimento affidamenti e provvedimenti a favore dell’Ipi.
L’indagine parte dalla richiesta del Ministero dell’Interno avanzata alla Questura di Brindisi di verificare la regolarità di alcuni corsi per steward, corsi di formazione organizzati dall’agenzia Form Sport di Taranto, della quale risulta indagata la responsabile. Durante le indagini è emerso che i corsi erano stati svolti in maniera irregolare. Alcuni docenti hanno negato di aver mai tenuto lezioni, nonostante ci fosse il loro nome e la loro firma che non hanno riconosciuto. I corsi si sarebbero svolti nella sede dell’Ipi, la maggior parte dei diplomati risulta essere dipendente della stessa Ipi. Alcuni corsisti avrebbero dichiarato di aver dato i soldi per partecipare alle lezioni e ottenere il diploma direttamente all’assessore Iaia. Il componente della giunta, accusato anche di porto abusivo d’arma, nega queste circostanze. Per quanto riguarda la pistola in suo possesso, pare che questa si stata ottenuto da Iaia, presentando una richiesta in Questura con l’anno di nascita errato. In merito a questa accusa Iaia replica: ” Per l’arma ho un regolare permesso rilasciatomi nel 1990 ( 23 anni fà) dalla Questura di Brindisi a firma dell’allora questore o suo preposto. Il motivo di tanto scalpore è il fatto che su questo permesso, chi ha redatto l’atto, ha erroneamente trascritto come mia data di nascita 1950 invece che 1960. Ora mi si accusa di aver volutamente trascritto in maniera errata la data, ma per ottenere il rilascio di tale permesso ho presentato anche della documentazione tra cui la copia del documento di riconoscimento, dove è ben segnata la mia data di nascita. Non credo che mi si può accusare di reato per questo errore”.
Lucia Portolano
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