BRINDISI- L’assessore alle Attività produttive del Comune di Brindisi si difende dopo l’inchiesta giudiziaria che lo vede indagato per lo svolgimento di alcuni corsi da steward. Iaia contesta i due reati che gli sono stati ipotizzati nell’indagine coordinata dal pm della Procura di Brindisi, Milto De Nozza e condotta dagli agenti della Digos, di detenzione e porto illegale di arma da sparo, e intermediazione illecita nello svolgimento nello svolgimento di attività investigativa. . Riceviamo e pubblichiamo integralmente le sue dichiarazioni.
“Non esiste nessun arma detenuta illegalmente e sono in possessore di permesso a detenere l’arma, che è stata consegnata così nuova e senza essere mai essere stata usata con allegata la documentazione timbrata e firmata dall’allora questore.del 1990.
Ne mi risulta che io svolga attività investigativa ed essere parente o familiare non significa fare nello specifico quell’attività e inoltre fino a qualche anno fa non ero ne consigliere comunale ne assessore ( assente dal maggio 2009 al febbraio 2013).
Mi sono prodigato per dare una mano “dal punto di vista amministrativo” come ad esempio consegnare documenti all’inps al commercialista ad equitalia ecc. e questo non significa fare investigazione, e che comunque l’istituto IPI è di Angela Iaia amministratore dal 1994 e Francesco Iaia, tutto regolarmente comunicato agli organi competenti.
In merito alla conoscenza della richiamata Cocozza Paola ci sono le carte e persone di livello che testimoniano che mi fu presentata a me ed alla direzione della IPI in occasione delle problematiche sorte durante il campionato di calcio 2011 , in quanto già molti effettuavamo il servizio steward dagli anni precedenti e si erano rivolti a lei per effettuare i corsi di preparazione non solo IPI, questi corsi la su citata Cocozza della FORM SPORT di Taranto gli ha effettuati non solo a Brindisi.
La direzione della IPI ha messo solo a disposizione un locale regolarmente autorizzato come sala formazione e la documentazione attestante ciò è disponibili a chi voglia accertarsene, in quanto fino a quel momento detti corsi o pseudo corsi erano svolti in altre sedi.
Tengo ancora a precisare che raramente sono passato dagli uffici della IPI e che gli eventuali corsisti non hanno mai avuto a che fare con il sottoscritto e smentisco categoricamente di aver trattato monetariamente costi dei corsi in quanto la questione di tutti gli aspetti della formazione era di pertinenza della FORM SPORT di Paola Cocuzza ma la IPI ha solamente provveduto a pagare alla Cocozza la quota per la formazione per quanto riguarda i suoi dipendenti
Pur non comprendendo il clamore dell’abbinamento dei fatti contestatemi sono fiducioso negli organi inquirenti che quanto prima verrà chiarito il tutto e che in modo particolare nulla a che vedere con la pubblica amministrazione”.
BrindisiOggi
Commenta per primo