BRINDISI- Le dichiarazioni del pentito della Scu mesagnese Ercole Penna ancora una volta per i giudici sono attendibili. Nel primo pomeriggio, dopo due ore e mezza di camera di consiglio, è arrivata la sentenza di primo grado per l’omicidio di Giancarlo Salati, il mesagense picchiata a sangue a bastonate il 16 giugno 2009 morto il giorno dopo per le ferite. La Corte d’Assise ha condannato all’ergastolo Massimo Pasimeni, ritenuto uno dei boss della Scu, mentre 12 anni di carcere sono stati inflitti ad Ercole Penna. Grazie alle sue dichiarazioni è stato possibile ricostruire l’uccisione di Salati. E’ stato il collaboratore di giustizia ad accusare Pasimeni, a raccontare che questi era il mandante dell’omicidio.
La pubblica accusa, rappresentata dai pm Alberto Santacatterina e Valeria Farina Valaori, nella requisitoria avevano chiesto l’ergastolo per Pasimeni e 9 anni per Penna. La Corte presieduta da Domenico Cucchiara ha accolto la richiesta per Pasimeni ed aumentato la condanna per Penna. Questo anche un messaggio chiaro nei confronti dei pentiti.
I legali di Pasimeni, gli avvocati Marcello Falcone e Rosanna Saracino, avevano cercato di smontare le accuse, sottolineando la mancanza di dettagli forniti da Penna, un racconto troppo generico dei fatti che non avrebbe fornito prove contro il loro assistito.
Ma i racconti di Penna hanno trovato più volte riscontro nelle dichiarazioni di un altro pentito, Cosimo Guarini, uno degli esecutori materiali dell’uccisione. Insomma la storia raccontata da un esponente di vertice dell’organizzazione quale Penna e completata poi da Guarini “operaio” nell’azione.
Salati doveva pagare perché aveva avuto una relazione con una minorenne che era anche rimasta incinta. Penna racconta che lo zio della ragazza si era rivolto a loro, perché accadeva così, loro erano sensibili alle sollecitazioni della gente, la proteggevano e in cambio ottenevano copertura. E poi quell’uomo in passato avrebbe intrattenuto una relazione con la compagna di Massimo Pasimeni.
Secondo la ricostruzione Massimo Pasimeni avrebbe deciso di far ammazzare Salati (piccolo dente) per questo avrebbe dato mandato ad Ercole Penna (linu lu biondu) che a sua volta avrebbe incaricato Francesco Gravina, (gabibbo). Poi questi avrebbe reclutato per l’esecuzione materiale Vito Stano e Cosimo Guarini. Gli ultimi tre a luglio 2013 sono stati condannati in abbreviato, 30 anni per Gravina e Stano, e 10 anni a Cosimo Guarini che nel frattempo si era pentito.
Lu.Po.
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