Primarie Pd, il day after: ecco i numeri

BRINDISI – Il ciclone Renzi si è abbattuto sul Partito Democratico. In tutta Italia, e la provincia di Brindisi non ha fatto eccezione, nonostante Cuperlo da queste parti sono fosse sostenuto da parlamentari e sindaci: Renzi ha asfaltato i suoi avversari in tutti i paesi della provincia, andando, secondo le prime impressioni di molti analisti, anche oltre le previsioni della vigilia che lo vedevano, comunque, in netto vantaggio rispetto ai suoi sfidanti, Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati. I motivi di un successo così ampio sono, giocoforza, molteplici e, guardando solo i numeri e le tabelle, non d’immediata comprensione. L’analisi del voto, comunque, la si lascia a più dotti ed eruditi columnist politici.

A noi basti sapere che Matteo Renzi qui intorno, ha fatto il botto, che Civati ha tenuto e che Cuperlo se l’è passata maluccio. Tradotto in freddi numeri: a Brindisi città, Renzi ha fatto suoi 1087 voti, Cuperlo 288 e Civati 247; a Francavilla Fontana, feudo di Maurizio Bruno, neosegretario provinciale Pd e candidato alle primarie per la corsa alla poltrona di primo cittadino della città degli Imperiali, Renzi fa 322, Cuperlo 67 e Civati 83; ancor più netto il risultato di Fasano dove Renzi registra 511 preferenze, Cuperlo 63 e Civati 67; anche Ostuni si allinea al dato dei centri più grossi della provincia con i 671 voti di Renzi, i 307 di Cuperlo e i 297 di Civati. Solo a Mesagne, tra i paesi numericamente più significativi, le cifre sono apparse più livellate: Renzi 393, Cuperlo 316 e Civati 206.

La vittoria di Renzi, insomma, è schiacciante e al di sopra di ogni sospetto. Però, come sempre in politica, c’è un però. Già prima che le urne si aprissero, domenica mattina, qualche malumore, neanche tanto malcelato, serpeggiava nelle sedi democratiche della provincia. Il motivo di questi mal di pancia pre-primarie era, secondo alcuni dirigenti, l’esagerata apertura della competizione che ha determinato delle ingerenze esterne, ricadute, poi, sui numeri restituiti dalle urne. Nei giorni scorsi, infatti, alcuni esponenti politici non riconducibili al Pd hanno direttamente indicato i propri candidati del cuore, provocando le reazioni di una parte della dirigenza del partito.

Dopo l’annuncio del consigliere regionale di Vendola, Giovanni Brigante, che ha sostenuto Civati, quello del consigliere comunale brindisino Roberto Fusco, sceso in campo per Renzi, si è aggiunto il sindaco di Carovigno Mimmo Mele, sempre a favore del sindaco di Firenze e altri esponenti locali di peso, secondo i soliti beninformati, avrebbero dato precise indicazioni di voto ai propri sostenitori. Il primo a denunciare la cosa è stato Giuseppe Tagliente, già candidato alla segreteria provinciale e candidato nella lista Cuperlo, alla vigilia delle elezioni primarie.

Oggi, a urne aperte e risultato ampiamente acquisito, con Renzi nel meritato ruolo di assopigliattutto, la denuncia di Tagliente e di altri continua ad avere il suo perché: chi ha assistito nei vari paesi alle operazioni di voto ha avuto il netto sentore che un parte, più o meno esigua, di votanti potesse provenire da altre parti politiche. “È la democrazia, bellezza”, direbbe qualcuno…

Maurizio Distante

1 Commento

  1. Il segretario di un partito deve essere eletto dagli iscritti di quel partito!
    Il voto dell’8 Dicembre ha sancito la caduta definitiva della sinistra del PD.
    Con interferenze esterne o no, abbiamo un segretario del PD di vocazione DC-Dorotea che Berlusconi ha molto in simpatia.
    Decaduto un Berlusconi, si elegge un Renzusconi passando dalla bandana al chiodino di Fonzie.
    Siamo tutti contenti al PD. Come i troiani quando, festosi e osannanti, portarono dentro le mura il cavallo di Ulisse.
    Almeno i troiani avevano la scusante di essersi fatti fott… fregare da Ulisse.
    Noi ci siamo “impronati” a Renzi
    Abbiamo seppellito i residui ideali della sinistra.
    Forse Civati, si ho votato Civati, avrebbe dovuto condurre una campagna più dura e e incisiva; ma si temeva che spaccasse il partito. E non l’ha spaccato: l’ha consegnato alla destra.
    Berlinguer, si diceva quel giorno di quasi 30 anni fa, anche se morto vivrà in mezzo a noi.
    Beh. possiamo dirlo: è morto definitivamente.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*