SAN PIETRO VERNOTICO – Due imprenditori, marito e moglie, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria dalla Guardia di Finanza di San Pietro Vernotico. I due, titolari di un distributore di benzina e di un bar annesso, sono risultati totalmente invisibili al fisco. Un milione e duecentomila euro sono i ricavi occultati dai due scoperti dai militari, per 176mila euro di iva evasa.
I guai, per la coppia, sono iniziati nello scorso marzo quando gli uomini delle Fiamme Gialle, agli ordini del luogotenente Alfredo Proto, hanno fatto visita al loro esercizio per un normale controllo sulla qualità del carburante. I gestori del distributore non esponevano al pubblico, come previsto dalla legge, i prezzi di benzina e diesel ma questo, da lì a poco, avrebbe rappresentato l’ultimo dei loro problemi. I finanzieri, infatti, nell’occasione hanno scoperto che gli imprenditori non erano in possesso delle regolari licenze indispensabili sia per la gestione del bar che per quella del distributore. In più, pur possedendo un regolare contratto con una società che fornisce energia elettrica, i due avevano realizzato con un bypass un allaccio fraudolento alla rete pubblica.
Gli elementi raccolti dai militari, a questo punto, sono stati più che sufficienti ad approfondire i controlli sulle attività della coppia di coniugi. Dopo le verifiche, i due sono risultati completamente invisibili al fisco: dal 2008 al 2011, infatti, gli imprenditori non solo non avevano presentato le dichiarazioni obbligatorie per legge, occultando ricavi per 1 milione e 200mila euro ed evadendo l’iva per 176mila euro, ma avevano nascosto anche le scritture contabili per impedire di ricostruire il loro reddito. Nell’attività, inoltre, i finanzieri hanno scoperto un lavoratore in nero anche se si sospetta che gli irregolari in servizio nell’area possano essere in numero maggiore. Tra le varie attività portate avanti dagli uomini delle Fiamme Gialle, c’è anche la ricostruzione dell’accisa dovuta dai due per la sottrazione fraudolenta dell’energia elettrica.
Visti i fatti, il Tribunale di Brindisi ha disposto il sequestro preventivo “per equivalente” di beni per un totale di 137mila euro, in corrispondenza dell’iva evasa, cui i finanzieri hanno dato seguito.
BrindisiOggi
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