BRINDISI – Si allarga la rosa degli obiettivi sensibili per i ladri della provincia di Brindisi: dopo aver incluso nei possibili bersagli i cavi di rame delle linee telefoniche o delle ferrovie e il ferro presente in cantieri e depositi, i banditi hanno preso di mira anche gli accumulatori delle centraline che regolano il funzionamento di vari sistemi meccanici ed elettronici.
Stamattina, infatti, la società di vigilanza privata Vigilnova, con una sua pattuglia, ha sventato il furto di alcune batterie d’ingente valore che alimentano l’impianto d’intercettazione del metanodotto della società Snam rete gas. Il sito, che si torva in contrada Pizzolonoce, lungo la strada statale 16, in direzione di San Pietro Vernotico, in agro di Brindisi, a pochi chilometri dal quartiere La Rosa, serve all’azienda per regolare i flussi di metano nel caso di malfunzionamento della rete ed è alimentato da queste grosse batterie che hanno, evidentemente, fatto gola ai ladri.
Intorno alle 8.45 di stamattina, però, la centrale operativa della Vigilnova ha ricevuto la segnalazione proveniente dall’impianto d’intercettazione della Snam rete gas e ha provveduto a inviare sul posto immediatamente una sua pattuglia, in servizio in zona. Il pronto arrivo delle guardie giurate ha messo in fuga i malviventi ma non ha potuto evitare, come sottolineato dai vigilantes, che, nel tentativo di portare via gli accumulatori, i ladri si erano introdotti all’interno della recinzione che delimita il sito e avevano danneggiato la porta d’ingresso della cabina di centralizzazione, dove sono custodite le batterie.
Grazie all’intervento della pattuglia, insomma, i malviventi non sono riusciti ad asportare nulla. Dopo qualche minuto, sono giunti sul posto sia i responsabili del sito che le forze dell’ordine che hanno effettuato i rilievi del caso per risalire all’identità dei malintenzionati. Se il colpo pensato dai delinquenti fosse andato secondo i loro piani, il danno arrecato alla società proprietaria del sito bersaglio della visita sarebbe stato ingente: le batterie oggetto del desiderio dei malfattori hanno un costo molto elevato. Più difficile sarebbe stato capire come e dove la refurtiva sarebbe stata piazzata dai ladri.
Attrezzature del genere hanno un mercato molto ristretto e, soprattutto, sono facilmente rintracciabili. Un’altra ipotesi può essere quella di voler separare i componenti degli accumulatori per venderli separatamente. È difficile, su due piedi, stimare quante centraline di questo tipo ci siano in zona ma se i malviventi che agiscono sul nostro territorio dovessero fiutare l’affare, probabilmente, potremo mettere di diritto questo tipo di materiali nel novero dei nuovi obiettivi di ladri e mariuoli nostrani.
Maurizio Distante
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