Botte e maltrattamenti alla moglie incinta di otto mesi, in manette 24enne

SAN DONACI- Botte e maltrattamenti alla moglie incinta, in manette un marocchino di 24 anni.

E’ accaduto a San Donaci dove l’uomo risiede regolarmente con la moglie.

Il 24enne è stato denunciato dalla compagna dopo l’ennesima aggressione. La donna ha raccontato agli agenti dell’ufficio immigrazione di Brindisi, diretto dalla Dott.ssa Stefania Occhioni, di essere stata picchiata persino quando  era in attesa della loro bambina. All’ottavo mese di gravidanza la donna ha subito percosse tali da chiedere il ricovero in ospedale.

La donna,  in verità,  aveva inizialmente chiesto aiuto al personale dell’ufficio immigrazione nel momento dell’istanza per il rilascio del permesso di soggiorno ma ha rifiutato categoricamente di formalizzare la denuncia.

Da quel momento però gli agenti dell’Ufficio hanno monitorato continuamente l’evolversi della vicenda sino a quando una notte di agosto la straniera è stata ricoverata in ospedale a seguito del trauma facciale e addominale causati dalle percosse del marito. Ed è proprio in occasione di quel ricovero che la donna aveva dato alla luce la figlia.

Tornata a casa le vessazioni e le umiliazioni sono continuate al punto tale che alla donna non veniva consentito neppure di consumare un pasto regolare. Il marito la costringeva a mangiare i suoi avanzi.

La donna esasperata alla fine è fuggita via ed ha deciso di  affidarsi al personale dell’ufficio immigrazione per ricevere protezione.

Ora la giovane madre e la piccola adesso si trovano in una casa rifugio lontano dalla famiglia mentre il marito è stato arrestato e condotto presso la sua abitazione in esecuzione della misura cautelare agli arresti domiciliari emessa dalla Dott.ssa Paola Liaci, g.i.p. presso il tribunale di Brindisi su richiesta della Dott.ssa Savina Toscani, pubblico ministero della locale Procura della Repubblica.

“La vicenda –  dice la Occhioni – oltre che per il risvolto umano ha una sua valenza giuridica in quanto la misura cautelare è stata applicata sulla base della nuova normativa per il contrasto della “violenza di genere” che ha l’obiettivo di prevenire il femminicidio e proteggere le vittime.

La normativa ha inasprito le pene per i delitti di stalking e di maltrattamenti in famiglia ed in particolare quando il fatto è consumato contro familiari e conviventi e quindi ai danni del coniuge, anche divorziato o separato, o dal partner allargando il ventaglio delle ipotesi di arresto in flagranza di reato”.

BrindisiOggi

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