Dormono da un mese in auto: «Senza sfratto o figli, niente contributo per l’affitto»

BRINDISI – «Se non hai uno sfratto pendente o dei figli minorenni a carico, niente contributo di solidarietà per pagare l’affitto». E così si trovano da quasi un mese a dormire in auto.

Sono tornati in Italia da quasi un mese, Lorenzo D’Amici e sua moglie. La coppia di 40enni era partita, qualche mese fa, in cerca di fortuna in Albania, paese d’origine della donna. Erano in difficoltà economiche, Lorenzo avrebbe smesso di percepire l’assegno di disoccupazione e il paese al di là dell’Adriatico sembrava offrire maggiori opportunità per una coppia sposata di 40enni rispetto a un’Italia in piena crisi. Non era così e, quando non ce l’hanno fatta più, sono tornati in Italia. Non sapevano, però, che, a quasi un mese dal loro sbarco, avrebbero dormito ancora in auto, una Fiat Punto, sul lungomare, di fronte alla motobarca.

«Non ce la facciamo più – racconta Lorenzo – non riusciamo a dormire, ci svegliamo in continuazione, abbiamo le ossa rotte». I primi giorni sono stati ospitati presso l’Hotel Venezia, grazie anche al contributo delle suore che si sono accollate una parte delle spese e, da allora, aspettano di ricevere quel po’ di aiuto necessario a risollevarsi con dignità da una condizione oggettivamente difficile.

«Abbiamo chiesto aiuto alle istituzioni ma invano. L’ultima è di stamattina: siamo stati ricevuti dal vicesindaco Vincenzo Ecclesie che ci ha garantito che avremmo ricevuto il contributo di solidarietà di 300 euro dal Comune per pagare l’affitto. Saremmo dovuti solo passare dagli uffici degli assistenti sociali per le pratiche». Sembrava un lieto fine, questo. Una volta giunti al cospetto degli assistenti sociali, invece, la doccia fredda.

«Gli addetti ci hanno detto che senza uno sfratto che dimostri la nostra reiterata morosità o senza dei figli minori a nostro carico non abbiamo diritto al contributo. Ci condannano, insomma, a vivere in una Punto». È arrabbiato e stanco, Lorenzo D’Amici. Non sa quale dei due sentimenti sia quello prevalente. Anche appena sbarcato non immaginava che il suo calvario e quello di sua moglie sarebbero durati così a lungo.

«Noi vorremmo trovare un lavoro, qualcosa per poter sopravvivere degnamente, con onestà. Pagare un affitto, fare la spesa. Nulla di eccezionale. Vogliamo indietro la normalità che abbiamo perso. Per questo ci servirebbe una mano, almeno per un primo momento. Ma, a quanto pare, nessuno cu può aiutare».

Maurizio Distante

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*