BRINDISI – Il bicchiere è mezzo vuoto, forse anche qualcosa in meno, per la Cgil di Brindisi, dopo l’incontro di ieri in Prefettura con i rappresentanti della Eni Versalis. Gli impegni assunti dall’azienda per l’appalto, con maggiori stanziamenti per la manutenzione straordinaria, non bastano a far dormire sonni tranquilli ai lavoratori e al sindacato. Molti dei contratti scadranno il prossimo 31 dicembre e il timore che qualcuno possa non essere reintegrato dalle ditte subentranti è alto.
«Il rinnovo dei contratti dell’appalto – afferma Michela Almiento, segretario provinciale della Cgil – avviene sempre al ribasso con conseguenze ben note che si ripercuotono sulle sorti dei lavoratori. Bisogna intervenire su questo meccanismo puntando sulla qualità». Dal canto suo, Eni Versalis fa appello alle stringenti regole aziendali cui è sottoposta che le impedirebbero di adottare qualsiasi tipo di clausola di salvaguardia dei lavoratori. «Stando così le cose – spiega il segretario – ci ritroveremo come al solito con aziende che vincono le gare e che poi non sono in grado di fornire ai lavoratori le garanzie necessarie». Insomma, i sindacati non avrebbero colto alcuna intenzione da parte dell’azienda per il raggiungimento di un’intesa territoriale.
«Versalis si è mostrata rigida su questo argomento. I vertici aziendali affermano di non poter fare accordi di questo tipo ma, neanche tanto lontano da qui, in Val d’Agri, Basilicata, hanno assunto l’impegno della salvaguardia dei lavoratori». Dopo la riunione di ieri in Prefettura, oggi era la volta della comunicazione ai diretti interessati dei risultati delle negoziazioni e, anche in questo caso, non sono mancate le incomprensioni. «Dovevamo parlare coi lavoratori, mi sembra ovvio – ragiona la sindacalista – Le sale della Versalis, però, sono per il personale diretto ma, in questa situazione, si sarebbe potuti essere un po’ più elastici. Noi, comunque, ci siamo adattati come al solito e abbiamo fatto la nostra assemblea all’aperto. Siamo pronti a bloccare l’impianto se anche un solo lavoratore viene lasciato a casa».
La soluzione della vicenda, comunque, non deve riguardare solo Versalis. «Siamo di fronte a grandi gruppi che adottano lo stesso tipo di politica, riguardo all’appalto. Per questo le intese vanno ricercate globalmente, per non dover ripetere la stessa battaglia ogni volta che sta per scadere un contratto. Le regole dietro cui le grandi industrie si trincerano, quelle che dicono che la clausola di salvaguardia rappresenta un ostacolo alla libertà d’impresa, hanno creato lavoratori di serie A e di serie B ma se questi lavoratori rappresentano un valore aggiunto in termini di prestazione resa all’azienda, vanno tutelati. La verifica, comunque, sarà data dai fatti. Se è vero che questi lavoratori sono importanti per i gruppi, questi dovranno dimostrarlo salvaguardandoli e non facendo aumentare la disoccupazione».
Maurizio Distante
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