BRINDISI- Proiettili e una lettera di minacce indirizzati al pm Milto De Nozza, al capo della Squadra mobile di Brindisi Alberto Somma e a due poliziotti. Mentre la Questura getta acqua sul fuoco parlando di un folle in cerca di pubblicità, in un clima che a Brindisi comincia a essere caldo, il procuratore capo della Dda di Lecce Cataldo Motta fa riferimento alla criminalità organizzata. «Potrebbe trattarsi di criminalità organizzata, anzi credo proprio sia l’ipotesi più probabile». È quanto ha dichiarato all’Ansa Motta.
Sul fatto, venuto alla luce solo oggi, ma a quanto pare le due buste contenenti i proiettili e la lettera di minacce sono state intercettate mercoledì presso il centro di smistamento di Poste italiane di Modugno, indaga la Dda di Lecce e la procura di Brindisi con il sostituto procuratore Savina Toscani. «Stiamo valutando tutto, a 360 gradi”, avrebbe spiegato Motta all’Ansa.
Non si sottovaluta nulla, neanche gli episodi verificatisi in questi ultimi giorni a Brindisi, dalla gambizzazione all’ex contrabbandiere Enrico Colucci all’auto incendiata alla sorella di Giuseppe Passaseo, collaboratore di giustizia, alle fucilate al bar del fratello sempre di Passaseo. A questi fatti di aggiungono l’incendio del chioschetto del pane e delle due auto di Maria De Cesare. Storie che però potrebbero avere radici diverse rispetto ai collegamenti venuti fuori in questi giorni con il collaboratore di giustizie.
Non è possibile al momento far nessun collegamento. Ma non si esclude nulla.
Per qualcuno resta comunque strano che la criminalità organizzata faccia tanto clamore minacciando in questa maniera anche un magistrato e tre poliziotti. Episodi che non fanno altro che far alzare la guardia agli investigatori, che poco serve a chi campa di mala organizzata.
A quanto pare nella lettera intimidatoria si faceva richiesta di una “sentenza giusta”, ma non veniva citato alcun procedimento in particolare.
Lu.Po.
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